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Chi è Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura del governo Meloni

Volto noto del servizio pubblico ed ex direttore del Tg2, il giornalista napoletano è stato scelto per uno dei dicasteri più delicati: la carriera

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

“Il conservatorismo, lo disse in modo chiaro il premio Nobel Thomas Mann, è innanzitutto uno stato d’animo, una condizione antropologica della persona. È l’adesione ad un principio e una visione morale”. Con queste parole – a metà tra la rievocazione storica e l’interpretazione critica – pronunciate il 30 aprile del 2022, Gennaro Sangiuliano introduceva il discorso di Giorgia Meloni alla conferenza programmatica nazionale di Fratelli d’Italia convocata a Milano.

L’intervento dell’allora direttore del Tg2 non era rivolto solo a scaldare migliaia di attivisti e simpatizzanti confluiti nel capoluogo lombardo. Infatti, le frasi con cui il giornalista si rivolse alla platea avevano anche l’intento di mostrare quanto lui stesso fosse pronto ad abbracciare la causa sovranista di un partito che tutti i sondaggi, già allora, indicavano come il primo della Nazione nelle intenzioni di voto degli italiani.

Chi è Gennaro Sangiuliano, scelto da Giorgia Meloni dopo la vittoria alle elezioni politiche

Eppure, nonostante il sentimento favorevole nei confronti del centrodestra fosse ormai diffuso in buona parte del Paese, nessuno di coloro che parteciparono alla kermesse avrebbe potuto immaginare che gli eventi avrebbero subito una tale accelerazione nel corso dell’estate successiva.

È il 20 luglio quando Mario Draghi si presenta in Parlamento per verificare la sussistenza della fiducia al proprio esecutivo. Lo fa dopo settimane di scontri e polemiche con alcuni dei componenti più importanti della propria maggioranza, ossia Movimento 5 stelle, Lega e Forza Italia. Sono coloro che decideranno di staccargli la spina, provocando la caduta del governo e lo scioglimento delle camere. Il resto è storia recente, con il voto anticipato del 25 settembre, la vittoria di Giorgia Meloni e il suo successivo insediamento a Palazzo Chigi.

Chi è Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura del governo Meloni

Quando sale le scale del Quirinale per giurare nelle mani di Sergio Mattarella come prima donna premier nella storia della Repubblica italiana, la leader di Fratelli d’Italia ha in mano la lista dei profili che andranno ad occupare i ministeri del suo governo. L’elenco – definito dopo settimane di trattative con gli alleati – vede la presenza anche di un noto giornalista del servizio pubblico. È proprio lui: il 22 ottobre Gennaro Sangiuliano viene nominato nuovo titolare del dicastero della Cultura.

D’altronde, che il suo fosse un profilo da sempre attivo nella galassia del centrodestra è cosa risaputa. Ma, per capire a pieno come si sia arrivati alla sua scelta per uno degli incarichi più prestigiosi del panorama governativo, occorre fare un passo indietro e ripercorrere le tappe principali della sua lunga carriera professionale.

Chi è Gennaro Sangiuliano: gli esordi professionali e i primi passi in politica

Classe 1962, napoletano doc, Gennaro Sangiuliano è poco più di un ragazzo quando decide di avvicinarsi al Movimento Sociale Italiano. Sono gli anni della laurea in Giurisprudenza, conseguita presso l’Università “Federico II” di Napoli, così come il dottorato in Diritto ed Economia. Nell’ambiente accademico entra a fare parte del Fronte della Gioventù, schierato su posizioni radicali conservatrici.

Il giornalismo arriva più tardi, con gli esordi presso la TV locale Canale 8 e il successivo approdo al quotidiano partenopeo Roma. È qui che gli viene permesso di farsi le ossa e crescere, arrivando alla direzione del giornale nel periodo tra il 1996 e il 2001. Sangiuliano stringe legami importanti con alcune autorevoli firme nazionali come Lino Jannuzzi, Ciro Paglia e l’ex esponente democristiano Francesco Compagna.

Nel frattempo però monta sempre più forte il richiamo della politica. Dopo la stagione di Tangentopoli e di Mani Pulite, Sangiuliano continua nel solco tracciato con l’MSI e si innamora di Alleanza Nazionale. Per il partito fondato da Gianfranco Fini scriverà diverse mozioni nel corso di tutta la Seconda Repubblica, divenendo uno degli ideologhi della nuova destra sociale.

Chi è Gennaro Sangiuliano: dalla Rai al ministero della Cultura

La carriera giornalistica prende il volo agli inizi degli anni Duemila. Dopo alcune brevi parentesi a Il Foglio di Giuliano Ferrara e a Libero con Vittorio Feltri, Gennaro Sangiuliano approda in Rai come inviato della redazione regionale campana. Viene mandato a farsi le ossa in Bosnia, in Kosovo e poi in Afghanistan. Quando torna lo attende il Tg1. In breve tempo (è il 2003) viene nominato vicedirettore con a capo del telegiornale Augusto Minzolini. In quella posizione rimarrà per oltre 15 anni, assumendo un ruolo di spicco nelle gerarchie del servizio pubblico.

Politicamente si allontana da Gianfranco Fini dopo le prese di posizione di quest’ultimo contro l’allora premier Silvio Berlusconi. Quelli tra il 2011 e il 2013 sono anni duri per il centrodestra italiano, con la caduta del quarto governo del Cavaliere e gli scandali che travolgono tanto i vertici di AN quanto quelli della Lega.

Ma l’esperienza accumulata nel tempo porta Sangiuliano a fiutare l’aria giusta: nota il carisma e la determinazione con cui un giovane Matteo Salvini sta tentando di riportare in auge il Carroccio a suon di felpe e selfie sui social. Fa la sua conoscenza e da lì in avanti stringerà rapporti sempre più stretti con la nuova classe politica di quell’area.

Chi è Gennaro Sangiuliano, ministro del governo Meloni: gli ultimi anni e le sfide future

A livello professionale la svolta della vita arriva nel 2018, quando viene chiamato alla direzione del Tg2 proprio in quota Lega (nel frattempo salita al potere con il primo governo di Giuseppe Conte). Rimane al vertice del secondo telegiornale nazionale per tutta la durata della legislatura, interfacciandosi ogni giorno sia con le forze di maggioranza che con quelle di opposizione. Tra quest’ultime, l’unica a non entrare nell’esecutivo fino alla fine è Giorgia Meloni, con cui si crea subito una forte intesa fatta di confronti costanti e stima reciproca.

Da lì in poi la strada verso il ministero è tutta in discesa. “Conservatore è colui che viene chiamato a salvaguardare i valori storici e culturali della società, come l’antico pastore che tiene vivo il fuoco accanto al gregge per tenere lontani i predatori” disse durante la convention di Fratelli d’Italia: a suon di metafore e richiami alla tradizione, il suo profilo viene individuato dal partito come quello perfetto per approdare al dicastero della Cultura.

Al governo del Paese lo attendono ardue sfide, a partire dalle questioni urgenti che riguardano la precarietà dei lavoratori del settore e l’instabilità economica di alcuni comparti (dal teatro all’editoria, passando per la musica e i costumi). Vedremo se – proprio come l’antico pastore – saprà essere un buon guardiano del proprio gregge.

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