Covid, i numeri non tornano: scatta l'indagine in Campania
La Procura di Napoli ha aperto un fascicolo per verificare l'accuratezza e la veridicità dei dati Covid trasmessi dalla Regione Campania al Governo
Dopo la Liguria, anche la Campania finisce sotto indagine a causa dei numeri dell’emergenza Covid. La Procura ha aperto un fascicolo per fare chiarezza sui dati forniti da Napoli a Roma, in particolare quelli dei posti letto, che hanno decretato l’inserimento della regione nella fascia gialla dell’ultimo Dpcm. Ne dà notizia Repubblica.
La pm Mariella Di Maura dirige l’inchiesta, che fa parte dell’istruttoria avviata mesi fa sulla realizzazione degli ospedali modulari a Napoli, Caserta e Salerno.
A insospettire gli inquirenti sarebbero i numeri di letti disponibili per le degenze ordinarie, passati da 1.300 unità a 3.160 in una sola giornata, con 1.817 di essi occupati. L’altro nodo riguarda invece le terapie intensive, dove i posti sono passati da 335 a 590 in 20 giorni, con 186 pazienti ricoverati.
“La disponibilità va inquadrata nella rete regionale, e si tratta di posti attivabili di volta in volta seguendo le quotidiane necessità”, ha spiegato l’Unità di crisi della Campania a Repubblica, sottolineando che il dato comprende anche le cliniche private.
L’inchiesta cercherà di capire perché, nonostante una mobilitazione di risorse così importante, sono state segnalate attese interminabili nei pronto soccorso campani, con lunghe code di ambulanze e auto private con pazienti in attesa di sistemazione.
Il bollettino dell’8 novembre ha rilevato solo in Campania 4.601 nuovi positivi con poco meno di 26mila tamponi.
Il sindaco partenopeo Luigi De Magistris ha dichiarato che è “inevitabile, anzi tardivo, proclamare la Campania zona rossa”. Nonostante la situazione e le insistenti richieste di Vincenzo De Luca, l’affollato lungomare di Napoli rimane aperto. Continua infatti il braccio di ferro tra il governatore e il primo cittadino, che ha dichiarato che “chiudere una strada non ha alcun senso, e anzi può provocare un effetto imbuto su altri luoghi. Si corre il rischio che le persone si vedano in casa dove il pericolo di contagio è maggiore che all’aperto”.
Clemente Mastella, sindaco di Benevento, ha invece rivolto un appello al collega per una stretta sul capoluogo, sottolineando che, come riporta Repubblica, “davanti agli assembramenti, soprattutto a Napoli, la mia gente si chiede se questo sia un comportamento corretto e rispettoso dei nostri sacrifici“.