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Cambiamento climatico in Italia nel 2023: eventi estremi in aumento del 22%, danni per miliardi e 31 morti

Aumento fenomeni climatici estremi in Italia nel 2023. Rispetto al 2022, si sono verificati il 22% di eventi estremi in più: danni e vittime dirette

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

Il cambiamento climatico ha portato in Italia eventi estremi per tutto il 2023. È stato calcolato un aumento di eventi meteorologici estremi pari al +22% rispetto al 2022. L’Osservatorio Città Clima di Legambiente ha analizzato i dati e riscontrato non solo danni miliardari, ma anche 31 persone vittime dirette del cambiamento climatico. Principali segnali del cambiamento climatico sono riscontrabili in tutto in mondo e anche nel nostro Paese, tra questi aumento delle temperature, diminuzione di ghiacciai, incendi, frane e alluvioni. Non si presentano però soltanto conseguenze economiche, sui raccolti o per i danni degli eventi estremi, ma si possono contare anche le vittime dirette.

Cambiamento climatico: eventi estremi in Italia

Nel 2023 gli eventi estremi sono aumentati. L’Osservatorio Città Clima di Legambiente ha segnalato 378 eventi estremi, in aumento del +22% rispetto al 2022. In totale sono miliardi i danni stimati e almeno 31 vittime.

Secondo l’Osservatorio il Nord Italia presenta il maggior numero di eventi meteorologici estremi, con 210 episodi, a seguire il Centro con 98 e il Sud con 70. Nel dettaglio sono in aumento alluvioni ed esondazioni fluviali (+170% rispetto al 2022), le temperature record nelle aree urbane (+150%), le frane da piogge intense (+64%), le mareggiate (+44%), i danni da grandinate (+34,5%), e gli allagamenti (+12,4%).

 Effetti del cambiamento climatico: aumento degli eventi estremi +22% (Osservatorio Città Clima di Legambiente)

Resoconto del 2023: temperature, incendi e ghiacci

A pochi giorni della fine dell’anno, il 2023 è stato incoronato come l‘anno più caldo mai registrato, con temperature medie di circa 1,43 °C superiori a quelle precedenti la rivoluzione industriale. Luglio, tra tutti i mesi, è stato il mese più caldo mai registrato e secondo National Geographic è addirittura uno dei più caldi negli ultimi 125.000 anni.

Le alte temperature e l’assenza di pioggia hanno portato ai più devastanti incendi registrati negli ultimi anni. In un report dell’8 agosto sono stati bruciati 59.000 ettari, di cui 9400 di ecosistemi forestali. Tale calore ha contribuito al fenomeno della fusione dei ghiacci di Antartide e Antartide, con le regioni settentrionali che continuano a riscaldarsi quattro volte più velocemente rispetto al resto del pianeta.

Le speranze per il 2024

Accanto agli eventi estremi, vanno però ricordati i passi avanti che si stanno facendo per contrastare il cambiamento climatico. Nella conferenza Cop28 (irta di polemiche, come le parole del presidente “negazionista”) è stato deciso di triplicare l’impegno per la capacità di energia rinnovabile entro il 2030, ma non basta. Già nel 2023 si è raggiunto un nuovo record per l’uso delle rinnovabili.

Secondo gli esperti, i record del 2023 saranno battuti dal 2024, come un trailer del futuro che ci aspetta se non si prendono decisioni concrete, ma anche culturali. Se è vero che aumenteranno gli eventi climatici estremi e dannosi (come gli attivisti raccontano con le loro proteste), sarà necessario non solo parlare di “energia” durante i summit, ma anche di impegno da parte delle istituzioni per un reale cambio di approccio sul tema.

Fonte foto: IPA

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