Ue, raggiunta l'intesa sulle case green: stop alle caldaie a gas per ridurre le emissioni di gas serra
L’Ue ha raggiunto un accordo sulle case green: slitta al 2040 lo stop alle caldaie a gas, obiettivo parco edifici a zero emissioni entro il 2050
La “direttiva case green” ha messo infine d’accordo le istituzioni europee. L’intesa Ue prevede uno stop alle caldaie a gas dal 2040 e l’obbligo di installazione di pannelli solari sugli edifici, con l’obiettivo di arrivare al 2050 con un parco immobili a emissioni zero.
L’accordo Ue sulle case green
Raggiunta l’intesa sulla “direttiva case green” tra le istituzioni europee, con l’obiettivo di abbattere le emissioni degli edifici grazie a un piano comunitario di efficientamento energetico.
Nella giornata di ieri – giovedì 7 dicembre – Commissione, Consiglio e Parlamento Ue hanno finalmente raggiunto un accordo sulle nuove norme che regoleranno le performance energetiche degli edifici, trasformandoli (almeno nelle intenzioni) in immobili a emissioni zero entro il 2050.
Pannelli solari sul tetto di un’abitazione privata, in una immagine di archivio
Non verranno però considerati i requisiti di ristrutturazione Ue per i singoli edifici basati su classi energetiche armonizzate, bensì verrà fatta una media sull’intero patrimonio edilizio. È questo solo uno dei compromessi trovati tra le varie istituzioni europee.
Slitta lo stop alle caldaie a gas
Era previsto dal 2035 lo stop agli impianti di riscaldamento a combustibili fossili nelle abitazioni (come le caldaie a gas), ma il termine ultimo per adempiere a tale obbligo è stato posticipato al 2040.
In ogni caso, gli Stati membri garantiranno che il patrimonio edilizio residenziale riduca il consumo medio di energia del 16% nel 2030 e del 20-22% nel 2035, con il 55% della riduzione energetica dovrà essere raggiunto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le prestazioni peggiori.
A tal proposito è fondamentale l’obbligo di installazione dei pannelli solari sugli edifici, anche se per ora non concerne quelli residenziali ma solo quelli pubblici e quelli non-residenziali di grossa stazza, con eccezioni.
I dettagli dell’accordo
L’accordo, nonostante i compromessi e le dilazioni, è fondamentale per il futuro energetico dell’Europa dato che, secondo la Commissione Europea, gli edifici nell’Ue sono responsabili del 40% del nostro consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra.
Altro punto toccato dall’accordo riguarda i cosiddetti “mutui green”, ovvero il sistema di accesso agevolato al credito per chi ristruttura casa. Secondo l’intesa difatti, le banche non saranno più obbligate, ma semplicemente incoraggiate, a concedere questi mutui a chi intende ottimizzare consumi ed emissioni del proprio immobile.
Una serie di compromessi che sono piaciuti, tra gli altri, anche al governo italiano e agli operatori del settore come Confedilizia, per i quali crea soddisfazione “un approccio che elimina gli obblighi diretti per i proprietari, lasciando agli Stati maggiori libertà d’azione”. Per l’eurodeputata leghista Isabella Tovaglieri, relatrice ombra del provvedimento, si tratta di “una vittoria del buon senso e del realismo sull’ideologia”.