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Bollettino Covid, cambia tutto sui ricoveri? Perché Cts e medici sono contrari alla circolare del ministero

Dal 1° febbraio cambierà il bollettino Covid, che non conteggerà più i ricoveri allo stesso modo, ma non è detta l'ultima parola: il Cts è contrario

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il bollettino Covid, che quotidianamente segnala i nuovi contagi, il numero degli attualmente positivi, i decessi, i ricoveri, le guarigioni e i tamponi effettuati in Italia, non si tocca. È questo l’orientamento che sarebbe emerso dall’ultima riunione del Comitato tecnico scientifico, che si è riunito il 14 gennaio per valutare la richiesta delle Regioni di modificare le modalità con cui vengono conteggiati i pazienti Covid negli ospedali.

Attualmente, infatti, viene inserito nel bollettino Covid giornaliero chiunque venga ricoverato con un tampone positivo, anche senza sintomi e per altri motivi diversi dall’infezione da Sars-Cov-2, ma dal 1° febbraio dovrebbe cambiare tutto per volere del ministero della Salute.

Gli esperti del Cts, però, avrebbero ribadito, secondo quanto si apprende da fonti vicine, la necessità di continuare a conteggiare anche questo gruppo di pazienti al fine di monitorare adeguatamente l’andamento della pandemia, identificare le varianti e tracciare dove possibile i nuovi focolai.

Bollettino Covid, perché la Federazione degli Ordini dei medici è contraria

Le modifiche proposte dai governatori non sarebbero funzionali. È di questo parere Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo). Cambiare i criteri del conteggio dei ricoverati positivi al Covid “non funziona”, ha riferito all’Ansa.

“I numeri dei contagiati, il trend dei positivi ricoverati in area medica e nelle terapie intensive, comunque li si conteggi, sovraccaricano gli ospedali e portano allo stremo i professionisti”, considerando che chi è stato contagiato dal virus richiede comunque attenzioni particolari e l’isolamento dalle altre persone ospedalizzate.

I pazienti positivi “anche se entrano in ospedale per altre patologie, richiedono comunque procedure di isolamento, personale dedicato, obbligato, come fa presente il sindacato Anaao-Assomed, a lunghe procedure di vestizione e svestizione”, ha aggiunto.

“Sottraggono risorse umane ed economiche a un sistema che deve farsi carico anche di tutte le altre patologie. Assistiamo in questi giorni, a causa dell’elevato numero di contagi, alla riconversione di interi reparti, al dirottamento del personale sui pazienti positivi”, ha dichiarato ancora Filippo Anelli.

“Di conseguenza, vengono rimandati i ricoveri e gli interventi non urgenti, con il rischio che si aggravino le condizioni cliniche dei pazienti, l’allungamento delle liste d’attesa e il relativo sovraccarico del territorio. Tutti, alla fine, ne pagheremo il prezzo, medici e cittadini”, ha concluso il presidente della Fnomeceo, per poi lanciare una proposta al Governo.

Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, contrario alle modifiche previste per il bollettino Covid.

Ha poi spiegato che “i medici si sentono soli nel difendere il diritto alla salute dei cittadini, prima ancora che non compresi nel loro disagio professionale, lavorativo e di mancato riconoscimento del ruolo sociale”.

Questo “mentre anche le istituzioni pubbliche perseguono il pur comprensibile obiettivo di evitare nuove misure restrittive. Obiettivo che non può essere raggiunto né a scapito della sicurezza e delle condizioni di lavoro degli operatori né della salute dei cittadini”.

Al ministro Roberto Speranza, numero uno del dicastero della Salute, Filippo Anelli chiede di valutare “attentamente e con la giusta prudenza le richieste delle Regioni. Chiediamo misure di controllo dell’epidemia, non operazioni di maquillage che camuffino la tragicità e la portata della pandemia”.

Bollettino Covid, Fondazione Gimbe contraria al cambiamento: i motivi

Il cambiamento dei criteri del bollettino Covid, con una voce separata per i pazienti positivi ricoverati per motivi diversi dal Covid, come previsto dalla bozza della circolare del ministero della Salute, permetterebbe di valutare diversamente la saturazione degli ospedali, evitando l’ingresso in zona gialla e zona arancione dei territori più colpiti dal coronavirus, con molti asintomatici.

La proposta è considerata “inadeguata e rischiosa per ragioni cliniche, e inapplicabile per ragioni organizzative” anche da Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. “Serve solo a evitare restrizioni. Tanto vale togliere il sistema delle regioni a colori”, ha sottolineato l’esperto in una nota.  Porterebbe inoltre a “sottostimare il reale sovraccarico degli ospedali”.

Dal 1° febbraio, come riporta il documento ministeriale, dovrebbe cambiare tutto. Ma non è detta l’ultima parola, considerando la levata di scudi degli specialisti, contrari alle modifiche della voce che riguarda i ricoveri dei pazienti positivi.

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Fonte foto: ANSA
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