Beppe Grillo indagato, al vaglio le chat: messaggi anche all'ex ministro M5s Toninelli
L'allora ministro delle Infrastrutture, non indagato, era tra i destinatari della presunta attività di lobbying
Ci sarebbe anche l’ex ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli nelle chat al vaglio della Procura di Milano, riguardo l’inchiesta su un presunto traffico di influenze illecite che vede indagati il fondatore del M5s Beppe Grillo e il fondatore della compagnia marittima Moby, Vincenzo Onorato. Il senatore pentastellato sarebbe stato tra i destinatari dell’attività di lobbying partita dall’armatore, ma non risulta indagato. Lo riporta Repubblica.
Beppe Grillo indagato, messaggi anche all’ex ministro M5s Toninelli: l’accusa
Secondo le ipotesi dei magistrati, l’armatore avrebbe tentato di influenzare le politiche del governo Conte in favore di Moby, in cambio di contratti pubblicitari a Casaleggio Associati srl e a Beppe Grillo srl per un milione e 50 mila euro di euro.
Sarebbe questo l’importo totale degli accordi al centro dell’indagine della pm Cristiana Roveda, coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli.
A seguito dell’inchiesta, i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Finanza di Milano hanno perquisito e sequestrato chat, mail e documenti archiviati nei pc e su altri supporti informatici nelle sedi della Beppe Grillo srl a Genova e della Casaleggio Associati in centro a Milano e di altre persone non indagate.
Beppe Grillo indagato, messaggi anche all’ex ministro M5s Toninelli: i contratti
Al vaglio della Procura i contratti 2018 e 2019 da 120 mila euro annui, “apparentemente corrispettivo di un accordo di partnership”, che la Beppe Grillo srl ha incassato da Moby mentre “lo stesso Grillo – scrive la procura – ha ricevuto da Onorato richieste di interventi in favore di Moby, che ha veicolato a parlamentari in carica, trasferendo quindi al privato le risposte della parte politica o i contratti diretti con quest’ultimo”.
I pm ritengono “illecita la mediazione operata” da Grillo sulla base sia “dell’entità degli importi versati o promessi” da Onorato, sia della “genericità delle cause dei contratti”, sia “delle relazioni effettivamente esistenti ed utilizzate” dal comico e fondatore del M5s “su espresse richieste” dell’armatore “nell’interesse del gruppo Moby”.
La “mediazione illecita” di 240mila euro, versati dietro un compenso “apparente” per diffondere sul web “contenuti redazionali” per il marchio Moby, che in realtà avrebbe coperto le richieste di muoversi in favore della compagnia di navigazione in difficoltà finanziarie attraverso l’intervento dei “parlamentari in carica”.
Il legale di Onorato, Pasquale Pantano, ha dichiarato: “Sono amici di antica data, da circa 45 anni. È facile quindi che qualcosa possa essere stata equivocata, ma è necessario leggere gli atti“.
Beppe Grillo indagato, nelle chat anche l’ex ministro Toninelli: il sequestro dei telefonini
La Guardia di Finanza di Milano ha sequestrato gli smartphone di cinque persone tra i dipendenti della Beppe Grillo srl e la compagnia marittima Moby. Tra i cellulari sequestrati non risulta però quello del comico e fondatore del M5s.
L’obiettivo è verificare se, quelle che l’accusa definisce “richieste di favori”, siano state condizionate dai contratti in essere che, secondo la procura, sono economicamente sproporzionati rispetto alla reale offerta di servizi.
Destinatari dei messaggi di Vincenzo Onorato, per i quali Beppe Grillo avrebbe fatto da tramite, il senatore del Movimento 5 stelle Danilo Toninelli, allora ministro delle Infrastrutture, che non è però tra gli indagati.