Beppe Grillo indagato, nel mirino della Procura contratti pubblicitari: coinvolto il blog del Garante del M5S
La Procura di Milano avrebbe iscritto Beppe Grillo nel registro degli indagati: qual è l'accusa e cosa rischia il Garante del M5S
Beppe Grillo indagato dalla Procura di Milano. Nel mirino dei magistrati ci sarebbero dei contratti pubblicitari sottoscritti nel 2018/2019 dalla compagnia marittima ‘Moby spa’ dell’armatore Vincenzo Onorato con il blog di Beppe Grillo, fondatore e Garante del M5S.
Beppe Grillo indagato, l’accusa è di traffico di influenze illecite
A dare la notizia relativa a un’indagine nei confronti del Garante del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, è stato il ‘Corriere della Sera’.
Secondo il quotidiano, l’accusa sarebbe quella di traffico di influenze illecite, reato che fa capo all’articolo 346 bis del codice penale.
Cosa rischia Beppe Grillo secondo il codice penale
Ma cosa rischia Beppe Grillo? Il codice penale prevede che chi commette il reato di traffico di influenze illecite sia punito con la pena della reclusione da un anno a quattro anni e sei mesi.
Beppe Grillo, Garante del M5S
La pena – si legge – è “aumentata se i fatti sono commessi in relazione all’esercizio di attività giudiziarie, o per remunerare il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio o uno degli altri soggetti di cui all’articolo 322 bis in relazione al compimento di un atto contrario ai doveri d’ufficio o all’omissione o al ritardo di un atto del suo ufficio. Se i fatti sono di particolare tenuità, la pena è diminuita”.
Beppe Grillo indagato, cosa c’entrano i contratti pubblicitari con la Moby
Stando alla ricostruzione del ‘Corriere della Sera’, Beppe Grillo sarebbe finito tra gli indagati dopo alcuni sequestri e acquisizioni di documenti che il Nucleo di Polizia economico-tributaria della Guardia di Finanza di Milano ha eseguito nell’ambito di un’inchiesta su alcuni dei beneficiari di contributi, o controparti di contratti, dell’azienda ‘Moby Spa’, da tempo in difficoltà.
L’accordo con la Beppegrillo.it, ossia il blog del Garante del M5S, era stato siglato nel 2018-2019 e prevedeva un compenso di 120 mila euro l’anno, per due anni, da parte della società.
In cambio, sul Blog sarebbe apparso uno spot al mese, con l’inserimento di messaggi pubblicitari, contenuti redazionali e interviste a ‘testimonial’ della Moby, da pubblicare anche sui social.
Non solo Grillo, l’accordo tra la Moby e la Casaleggio Associati
Inoltre Moby avrebbe stretto un accordo anche con la Casaleggio Associati, affinché questa curasse la stesura “di un piano strategico e la gestione di iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e gli stakeholder del settore marittimo sulla limitazione dei benefici fiscali del Registro Internazionale alle sole navi che imbarcano equipaggi italiani o comunitari”, allo scopo di “sensibilizzare le istituzioni e raggiungere una community di un milione di persone”. Il tutto per un compenso fino a 600 mila euro, ma di 250 mila euro nel primo anno in caso di obiettivo raggiunto.
Secondo il Corriere della Sera, in entrambi i casi gli accordi non sarebbero stati perfezionati in quei termini: nella procedura di concordato preventivo di Moby, infatti, sarebbero indicati tra i creditori della compagnia di navigazione proprio la Casaleggio Associati per 300.107 euro e la Beppegrillo.it per 73.200 euro.