Aurelio Visalli, i familiari si sfogano: "Mandato allo sbaraglio"
I familiari di Aurelio Visalli si sfogano, convinti che la tragedia del sottufficiale della Guardia Costiera si sarebbe potuta evitare
I familiari di Aurelio Visalli, il sottufficiale della Guardia Costiera che ha perso la vita in mare a Milazzo per portare in salvo due ragazzi, si sfogano, chiedendo verità sull’accaduto, convinti che la tragedia fosse evitabile. “Aurelio Visalli e i suoi colleghi sono stati mandati allo sbaraglio, non avevano nemmeno i salvagente, Ci sono responsabilità molto gravi per quello che è accaduto”, è l’atto di accusa, riportato da Fanpage.it, di Antonio Crea, comandante dei vigili urbani di Venetico, in Sicilia, e cognato dello stesso Visalli.
“Ora ci hanno promesso i funerali di Stato ma noi vogliamo solo la verità” ha proseguito, aggiungendo che Visalli è “stato costretto ad intervenire senza mezzi, i soccorsi sono stati assolutamente in ritardo e inefficaci”.
“Inizialmente – continua il comandante dei vigili urbani di Venetico – a mio cognato e a due sue colleghi era stato vietato di intervenire con la motovedetta perché il mare non lo consentiva. Poi gli è stato chiesto di intervenire da terra: ma come potevano farlo senza attrezzatura, non avendo né giubbotti di salvataggio, né salvagenti, mute, corde o altro? È stata una follia”.
A Crea fa eco la moglie del sottufficiale: “Non è morto per una fatalità, ma per l’incompetenza di chi l’ha mandato a salvare due ragazzi senza un giubbotto, senza funi, senza mezzi”.
Morte Aurelio Visalli, Antonio Crea racconta la dinamica dei fatti
“Avevano solo un piccolo salvagente con una cordicella per tirarla ai due giovani. Uno dei ragazzi è riuscito a tornare a riva mente l’altro attendeva aggrappato ad una boa. A questo punto mio cognato e gli altri due nonostante non avessero l’equipaggiamento adatto si sono gettati in mare in mutande togliendosi la divisa per salvarlo”, racconta Crea.
“Ad un certo punto – aggiunge – mio cognato è stato investito dalle onde e nessuno lo ha più visto. Nessuno ha tentato di salvarlo, nemmeno i suo i due colleghi, perché il mare era troppo forte. E dalle 13 alle 19 prima che arrivasse l’elicottero nessuno lo ha cercato veramente”.
Crea non si dà pace e sostiene con forza che la morte di Visalli fosse evitabile: “Lo hanno cercato con pochi mezzi, questo anche perché la Capitaneria di Milazzo non era dotata di una nave che potesse affrontare le onde e questo ritengo sia gravissimo, così come non concepisco che ai soccorritori è stato detto di cercarlo dalla spiaggia e a noi familiari non era stato detto nulla e lo abbiamo dovuto apprendere dalla stampa”.
Il corpo privo di vita del sottufficiale è stato recuperato solo diverse ore dopo dai suoi colleghi vicino alla spiaggia di Milazzo.
Aurelio Visalli, lo sfogo della sorella della moglie di Visalli
Anche la sorella della moglie di Visalli, Tiziana, punta il dito e chiede ai vertici della Guardia Costiera di fare luce su quanto accaduto: “Ogni lavoratore va messo in condizioni di sicurezza. Figurarsi quando dei militari vengono chiamati per ruoli diversi dal proprio. Aurelio era motorista di una motovedetta. Coinvolto invece in un’operazione di terra, senza gli attrezzi che anche un bagnino ha”.
“Mio cognato, uomo razionale, conosceva il pericolo. Sulle motovedette, da Lampedusa alla Maddalena, ha partecipato a centinaia di salvataggi. Ha recuperato corpi in alto mare. Non è possibile che sia stato inghiottito da un’onda a riva. Ecco perché vorremmo parlare con i due colleghi ma non ci fanno incontrare”, aggiunge Tiziana.
“Li hanno mandati tutti e tre a salvare gli scampati in mutande, lasciando le divise sulla sabbia, senza attrezzi, senza funi o giubbotti. Cosa sia veramente accaduto non vogliono dirlo”, conclude la donna.