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Aumento pensioni, gennaio più ricco grazie alla perequazione: come funziona e quanti soldi si avranno in più

Da gennaio aumento delle pensioni per via dell'adeguamento al costo della vita: di seguito gli scaglioni e i relativi importi. Novità per gli over 75

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Gennaio segna l’aumento delle pensioni grazie al meccanismo della perequazione introdotto dalla legge di Bilancio del governo Meloni. Interessati, in modo diverso, tutti i trattamenti pensionistici. Ma gli aumenti non saranno visibili direttamente a gennaio: arriveranno a febbraio come arretrati.

Cosa è la perequazione

In diritto il termine ‘perequazione’ è sinonimo di ‘pareggiamento’ o anche di ‘distribuzione equa’. In ambito pensionistico con perequazione si intende l’indicizzazione dei trattamenti pensionistici al costo della vita, così che i beneficiari possano mantenere un invariato potere d’acquisto.

Nell’individuare la misura dell’adeguamento al rialzo delle pensioni il governo Meloni ha tenuto conto dell’andamento dell’indice Istat dei prezzi al consumo.

Aumento pensioni 2023

Come detto, gli aumenti non saranno visibili direttamente a gennaio dal momento che la Manovra finanziaria è stata approvata in extremis e che i tempi tecnici impongono uno slittamento dei termini di pagamento.

Gli aumenti ci saranno, ma con ogni probabilità l’extra di gennaio sarà contabilizzato e versato a febbraio, sotto forma di arretrato.

Per il 2023 è stato stabilito un aumento del tasso del 7,3%. Questo spinge la pensione minima Inps da 525,38 euro a 563,73 euro. Il che si traduce in un aumento mensile di 38,35 euro e in un aumento annuale di 498 euro, calcolato su tredici mensilità.

Ripristinato inoltre il meccanismo della rivalutazione sull’importo complessivo del trattamento.

Fra le misure introdotte dalla Manovra finanziaria, nel biennio 2023-2024, si prevedono fasce di rivalutazione differenziate a seconda degli importi.

Nello schema qui sotto è indicato il trattamento calcolato in base al minimo Inps, la soglia di importo e il tasso di rivalutazione:

  • pensioni fino a 4 volte il t.m. – fino a 2.100 euro – 100%
  • pensioni da 4 a 5 volte il t.m. – fino a 2.626 euro – 85%
  • pensioni da 5 a 6 volte il t.m. – fino a 3.150 euro – 53%
  • pensioni da 6 a 8 volte il t.m. – 4.200 euro – 47%
  • pensioni da 8 a 10 volte il t.m. – 5250 euro – 37%
  • pensioni oltre 10 volte il t.m. – da 5250 euro in su – 32%

Rispetto al passato, la nuova regola abbassa le rivalutazioni per le pensioni più alte e alza l’indicizzazione di quelle sotto il trattamento minimo introducendo una rivalutazione straordinaria dell’1,5%.

Caso a parte la pensione degli over 75 anni: per loro previsto un aumento del 6,4% e una pensione minima da 600 euro al mese.

Pagamento pensioni gennaio 2023

Come ogni gennaio, il pagamento delle pensioni slitta per chi ritira i soldi in contanti alle Poste Italiane dal momento che il 1° gennaio è un giorno festivo.

I pagamenti sono iniziati martedì 3 gennaio secondo il seguente schema che tiene conto dell’iniziale del cognome:

  • martedì 3 gennaio > dalla A alla B;
  • mercoledì 4 gennaio > dalla C alla D;
  • giovedì 5 gennaio > dalla E alla K;
  • sabato 7 gennaio (solo mattina) > dalla L alla O;
  • lunedì 9 gennaio > dalla P alla R;
  • martedì 10 gennaio > dalla S alla Z.

Per chi invece prende la pensione direttamente tramite bonifico su conto corrente i versamenti sono partiti il 3 gennaio.

Fonte foto: ANSA

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