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Attivisti di Ultima Generazione bloccano il traffico a Verona, gli automobilisti li spostano di peso

Nuova protesta dei manifestanti di Ultima Generazione nel traffico di Verona, in circonvallazione Oriani

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Alberto Cantoni

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Scrive di cronaca e attualità, ma le passioni più grandi sono la tecnologia e l’innovazione. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo muove i primi passi nelle redazioni di alcune testate nazionali tra Milano e Roma. Attualmente collabora con diverse realtà editoriali.

Tensione nel traffico nella mattina di lunedì 23 ottobre, a Verona, in circonvallazione Oriani davanti alle scuole Betteloni, a causa di una protesta degli attivisti di Ultima Generazione. Attorno alle 8.30, cinque manifestanti che avevano compiuto un’azione simile alle porte della Bra in marzo, si sono seduti per terra bloccando il traffico e srotolando degli striscioni, denunciando l’immobilismo della politica di fronte al cambiamento climatico e alle sue conseguenze. Erano legati fra di loro.

Traffico bloccato dagli attivisti di Ultima Generazione

La protesta degli attivisti di Ultima Generazione è durata poco, circa una decina di minuti secondo quanto riporta Ansa. Dopo un faccia a faccia con degli automobilisti infastiditi, alcuni di loro sono scesi dalle auto e hanno spostato di peso i manifestanti dal centro della carreggiata, lasciando ripartire la colonna di auto.

Sul posto è poi arrivata la polizia, per controllare che la situazione non degenerasse e per identificare gli autori del blocco stradale, successivamente accompagnati in questura.


Gli attivisti di Ultima Generazione bloccano l’autostrada Torino-Milano nelle vicinanza dell’imbocco di corso Giulio Cesare, e vengono sgomberati dalle forze dell’ordine (19 ottobre 2023)

La campagna di Ultima Generazione

La campagna di Ultima Generazione punta a chiedere l’istituzione di un fondo preventivo di 20 miliardi di euro per riparare i danni causati da disastri naturali.

Come? Prelevando il denaro da quelli che vengono definiti “sussidi ambientalmente dannosi“, dagli stipendi dei politici e dei manager delle industrie energivore partecipate dallo Stato, dalle spese militari e dagli extra-profitti delle compagnie petrolifere.

Il comunicato dell’organizzazione

Ultima Generazione ha diramato una nota alla stampa, in cui si spiega che i cinque manifestanti di Verona fanno parte della nuova campagna.

Nella nota si legge: “I cittadini aderenti alla campagna ‘Fondo Riparazione’ trovano inaccettabile l’atteggiamento del governo italiano, operante in un paese in cui il 94% dei comuni rischia frane e alluvioni”.

Disinteresse per la riduzione delle emissioni climalteranti e mancanza di provvedimenti preventivi e di risarcimento continuano a connotare la linea politica del governo italiano, come dimostrano i tuttora mancanti aiuti prestati alle zone di Marche ed Emilia Romagna, colpite nei mesi scorsi da eventi climatici estremi“, continua la nota.

“Per quanto riguarda la regione Veneto quest’estate un violentissimo nubifragio, preceduto da un lungo periodo di forte siccità, ha messo in ginocchio la produzione del Chianti. L’impatto sul made in Italy e sull’economia italiana è devastante”, conclude l’organizzazione.

“Il Veneto è la terra in cui sono nata, in cui ho studiato e lavorato e dove vorrei rimanere in futuro; ma è anche la prima regione in Italia per rischio climatico. Oggi, con giornate soleggiate, questo triste primato pare toccarci meno, ma ci siamo già dimenticati delle palle di ghiaccio grosse come arance venute giù dal cielo solo tre mesi fa?”. Queste le parole di Silvia, una dei manifestanti.

“Le grandinate e la pioggia passano, ma i danni restano, 1 miliardo e 126 milioni di danni solo in quest’estate. Per questo vogliamo che venga istituito un fondo di riparazione preventivo di 20 miliardi, per ripagare i danni già causati dai disastri climatici e per sentirci almeno un po’ più al sicuro per quelli futuri, perché ad ora, nella mia regione, non mi sento al sicuro né tutelata», ha concluso l’attivista.

Fonte foto: ANSA/Instagram

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