Attentato nelle Filippine, esplosione durante una messa: almeno 42 feriti e 4 morti. L'Isis rivendica
Attentato nelle Filippine, colpita l'università: 42 feriti e 4 vittime. L'Isis ha rivendicato l'attacco via Telegram
Sono almeno 4 le vittime e oltre 40 le persone rimaste ferite dopo l’attentato all’interno dell’università nella città di Marawi, nelle Filippine. L’esplosione avvenuta nel campus della Mindanao State University (MSU), all’interno della palestra. Il grave attentato è avvenuto nelle prime ore della giornata, durante la messa delle 7:00 del mattino, alla quale partecipavano principalmente studenti. L’Isis ha rivendicato l’attacco.
Attentato nell’università: bilancio
L’attentato nell’università di Marawi, nelle Filippine, è avvenuto durante una messa cattolica. Questa si teneva nella palestra del campus, dove alle 7:00 del mattino un’esplosione ha ucciso almeno 4 persone.
Secondo il portavoce dell’esercito filippino, il rapporto iniziale mostra un bilancio di 4 deceduti e oltre 40 persone ferite e trasportate d’urgenza al centro medico più vicino. Tra queste anche una persona dichiarata morta all’arrivo nella struttura medica.
L’Isis rivendica l’attentato
“I soldati del califfato hanno fatto esplodere un ordigno esplosivo in un grande raduno di cristiani nella città di Marawi”, ha scritto una cellula dell’Isis in un comunicato diffuso sui suoi canali Telegram.
Nella stessa giornata l’Isis ha rivendicato l’attacco avvenuto a Parigi il 2 dicembre, dove un ragazzo francese (ma di origini siriane) di 26 anni ha ucciso un turista nei pressi della Tour Eiffel.
Il direttore della polizia della regione e generale di brigata Allan Nobleza, a caldo, aveva ipotizzato una vendetta scatenata dall’operazione militare avvenuta il 2 dicembre nella provincia di Maguindanao del Sur.
L’operazione, avvenuta contro i membri della gruppo terroristico fondamentalista Dawlah Islamiyah-Filippine (conosciuto meglio come gruppo Maute), ha portato alla morte di 11 militanti. Secondo l’autorità quindi l’attentato durante la messa avrebbe potuto essere essere una “vendetta”.
La condanna
Nella provincia in cui ha sede l’università, come fa notare il governatore della regione, sono sostenuti i diritti umani fondamentali, compreso il diritto alla libertà di religione. Inoltre l’università stessa ospita sia musulmani che cristiani e per questo la condanna al gesto è ancora più forte.
Il presidente, che dopo il violento terremoto ha dovuto affrontare anche la nuova crisi, ha già promesso di voler assicurare alla giustizia gli autori dell’attentato alla MSU. Nel suo discorso ha condannato gli atti insensati e atroci perpetrati dei terroristi “stranieri” e ha garantito per la sicurezza degli studenti. Si uniscono alle condanne e agli appelli anche quelli dei politici, come il presidente del Senato originario della provincia colpita, che ricordano come nelle regioni si sia da tempo ritrovata la pace.