"Arzateve pure voi", Scanzi contro Giorgia Meloni per la scenetta durante il discorso sulla morte di Singh
Andrea Scanzi torna all'attacco di Giorgia Meloni dopo quanto successo in Parlamento in occasione del discorso sulla morte di Satnam Singh
Andrea Scanzi attacca la premier Giorgia Meloni dopo quanto successo in Parlamento in occasione della commemorazione fatta per la morte del bracciante indiano Satnam Singh. Il giornalista, infatti, puntando il dito contro la presidente del Consiglio, nel corso dell’intervento a Otto e Mezzo, in onda su La7 e condotto da Lilli Gruber, ha criticato fortemente una frase della leader FdI, che girandosi verso i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani li ha intimati di alzarsi in romanesco con un “arzateve pure voi“.
- Scanzi contro Meloni per la scenetta in Parlamento
- La critica di Scanzi a Meloni
- "FdI non sa perdere"
Scanzi contro Meloni per la scenetta in Parlamento
Il giornalista de Il Fatto Quotidiano, ospite di Otto e Mezzo di Lilli Gruber, ha voluto far notare a tutti due “elementi sconcertanti” della narrazione di Giorgia Meloni, uno contenutistico e un altro formale.
Su quest’ultimo Scanzi è stato abbastanza duro, tirando in ballo non solo la premier, ma anche i suoi due vice Matteo Salvini e Antonio Tajani.
Il riferimento è al lessico usato nel corso dell’intervento in Parlamento, dove Meloni ha voluto ricordare il bracciante Satnam Singh. Spiegando la scena, Scanzi ha raccontato: “In maniera molto meritoria, ha voluto ricordare Satnam Singh che è stato ucciso in maniera terrificante dal caporalato in provincia di Latina. Momento sacro e solenne, di grande commozione. Ha fatto questo ricordo e una volta tanto i parlamentari si sono alzati tutti in piedi perché si sono resi conto del momento importante. Sono rimasti piantati seduti da una parte Salvini e dall’altra Tajani“.
È a questo punto, spiega il giornalista, che viene meno il lessico tipico di un presidente del Consiglio: “Non pretendo che tutti i presidenti del Consiglio siano all’altezza di De Gasperi o Berlinguer, però la Meloni dovrebbe capire che quando parla in Parlamento parla a nome di tutti. Dovrebbe avere aplomb”.
Scanzi, infatti, si riferisce alle parole dette da Meloni ai colleghi Salvini e Tajani, che visti seduti al suo fianco sono stati esortati ad alzarsi con uno slang romanesco.
“La Meloni ha commentato tutto questo guardandoli e dicendo, testuali parole, “rega, arzatevi anche voi“. Ma abbiate pazienza…” le parole di Scanzi.
La critica di Scanzi a Meloni
Nel corso del suo intervento Andrea Scanzi non è stato dolce con Giorgia Meloni, ricordando alla premier che “non siamo dentro a un film di Carlo Verdone e Mario Brega quando Verdone gridava ‘cornuto, arzate cornuto'”.
“Non si fa così” ha sottolineato Scanzi.
“FdI non sa perdere”
Poi Scanzi si è concentrato sul secondo problema della narrazione meloniana, quello contenutistico.
Il riferimento critico è alla “grande democrazia che Fratelli d’Italia dimostra quando perde le elezioni”. Scanzi, infatti, ironicamente ha posto l’accento sul “grande garbo e aplomb al ballottaggio” in cui la destra ha negato la sconfitta e spostato l’attenzione su altro.
“Spostano l’attenzione e arrivano a dire di dover ripensare la legge elettorale. È bellissimo, ci manca solo che portino via il pallone o addirittura che aboliscano le elezioni perché hanno perso. Non sanno perdere” ha detto.
Poi un’altra frecciata: “Per non parlare della Meloni che dice che l’opposizione usa toni da guerra civile perché chiedono il salario minimo o reddito di cittadinanza”.