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CRONACA NERA

Arrestati in ospedale a Locri per certificati falsi in cambio di soldi: in manette un primario, 90 indagati

La Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha eseguito una maxi-operazione a Locri: arrestati medici e dirigente dell'ospedale per certificati falsi

Pubblicato:

Cristiano Bolla

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cinema, televisione, nuovi media e spettacolo, scrive anche di cronaca e attualità. Laureato in Scienze e Tecnologie delle Arti e dello Spettacolo con Master in Drammaturgia e Sceneggiatura, ha lavorato per diverse produzioni prima di muovere i primi passi nelle redazioni di testate giornalistiche di Torino e Milano. Attualmente collabora anche con importanti riviste di settore.

Le autorità sono intervenute con una maxi-operazione presso l’ospedale di Locri: 90 gli indagati e numerose le misure cautelari nei confronti di dirigenti e medici, sospettati di aver prodotto certificati medici falsi in cambio di soldi o favori.

In manette dirigenti e medici dell’ospedale di Locri

La notizia, riportata dalle cronache locali, riporta dell’indagine coordinata dalla Procura di Locri. La Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Locri diretta da Giuseppe Casciaro, hanno dato esecuzione di un provvedimento voluto dal Tribunale.

Sono undici le misure cautelari emesse per casi di corruzione nella sanità, legati all’ospedale del territorio della Locride. È stato disposto il carcere per un dirigente medico, i domiciliari per un primario e l’obbligo di firma per altri tre indagati.

Locri si trova a circa 120 km dal capoluogo Reggio Calabria

Cinque medici sono stati invece interdetti dall’esercizio della professione per un anno e la stessa misura è stata applicata anche nei confronti di un avvocato. Sono decine però gli indagati, almeno 90 secondo le fonti: tra loro, oltre a medici e avvocati, anche tecnici di laboratori e pubblici ufficiali.

Sono accusati di certificati falsi e altri reati

Secondo quanto emerso dalle indagini delle Fiamme Gialle del capoluogo calabro, gli indagati sono al centro di un sistema illecito attivo nell’ambiente ospedaliero. Sarebbero stati rilasciati falsi certificati medici per giustificare la mancata partecipazione ad udienze da parte di imputati di gravi reati, per esempio.

Inoltre, tramite questi certificati persone che non ne avevano il diritto avrebbero avuto accesso a benefici assistenziali o rimborsi assicurativi, inabilità temporanee al servizio o indebiti trasferimenti per studio e lavoro.

Il rilascio di queste carte sanitarie, per gli inquirenti, è avvenuto in cambio di somme di denaro o altri favori. I fatti sarebbero stati commessi non solo a Locri ma anche in altri comuni della provincia tra il 2021 e il 2022.

Chi c’è dietro al terremoto nella sanità calabra

Al centro dell’indagine ci sono diverse figure dell’ospedale di Locri, come detto: in carcere è finito il medico psichiatra Filippo Lascala, accusato di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e falsità ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici.

Il medico finito ai domiciliari sarebbe invece il primario del reparto di psichiatriaAntonio Bombara. Entrambi, secondo gli inquirenti, avrebbero sfruttato la propria professione medica “a vantaggio dei privati per conseguire pensioni miracolose, agendo come veri deus ex machina, ognuno dei due trattando la sanità locrese come fosse cosa sua”.

Secondo quanto riportato, l’avvocato sospeso dalla professione è invece Antonio Sotira, accusato di essere stato istigatore di un certificato falso preparato dal dirigente per un suo cliente. Obbligo di firma per Marco Zucco, Francesco Surace e Paola Larone. Interdetti i medici Raffaele Argirò, Patrizia Panetta, Guido Zavettieri, Santo Gratteri, Maria Erminia Pascale.

Fonte foto: iStock

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