Anche Ignazio La Russa e Matteo Renzi tra gli spiati dagli hacker: le ultime sull'inchiesta dossieraggio
Nella lista delle personalità spiate dalla banda degli hacker ci sono anche il presidente del Senato Ignazio La Russa e il leader di Italia Viva Matteo Renzi
Ci sono anche Ignazio La Russa, il figlio Geronimo e Matteo Renzi tra i nomi delle persone finite nel mirino della rete di hacker scoperta da una indagine della Dda di Milano che ha portato a una serie di arresti e perquisizioni. A commissionare i dossier con i dati rubati sarebbe stato Enrico Pazzali, presidente di Fiera Milano, un “amico di vecchia data” del presidente del Senato, che si dice “stupito” e “disgustato”.
- Inchiesta hacker, dossier su Ignazio La Russa e Matteo Renzi
- Chi è Enrico Pazzali
- La Russa: "Stupito e disgustato"
- La reazione di Renzi
Inchiesta hacker, dossier su Ignazio La Russa e Matteo Renzi
Si allunga la lista dei nomi e delle personalità che sarebbero state spiate dalla rete di hacker gestite dall’agenzia investigativa Equalize di Milano.
Attraverso il furto di dati gli spioni avrebbero realizzato dossier anche sul presidente del Senato Ignazio La Russa, il figlio Geronimo e il fondatore di Italia Viva Matteo Renzi.
È quanto emerge dalle intercettazioni, pubblicate dal Corriere della Sera, agli atti dell’inchiesta della procura di Milano sul sistema di dossieraggio.
Un report sul presidente del Senato e sul figlio Geronimo sarebbe stato commissionato nel maggio 2023 da Enrico Pezzali, presidente di Fondazione Fiera Milano e socio di maggioranza della Equalize, tra gli indagati nell’inchiesta.
Tra gli spiati anche Matteo Renzi, come emerge da una intercettazione tra due delle persone arrestate, l’ex super poliziotto Carmine Gallo e l’hacker Nunzio Samuele Calamucci.
Nel colloquio Gallo parla del rischio di venire scoperti: “Noi i deputati, i senatori e i consiglieri regionali, noi non possiamo farli perché c’è l’alert”, ma Calamucci lo corregge perché hanno trovato il smodo per aggirare il problema.
Chi è Enrico Pazzali
Tra gli indagati c’è Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera Milano dal 2019 e socio di maggioranza di Equalize, la società di investigazioni al centro del sistema di furto di dati e dossieraggio.
Secondo l’accusa, ci sarebbero lui e il suo braccio destro Carmine Gallo al vertice del sistema messo in piedi per rubare dati sensibili dalle banche dati strategiche nazionali per poi rivenderli a clienti del mondo dell’imprenditoria e non solo.
Milanese, 60 anni, laureato in Economia aziendale alla Bocconi, il manager è ritenuto vicino al centrodestra, tanto che negli ultimi tempi il suo nome è spuntato più volte tra i possibili candidati a sindaco della città.
La Russa: “Stupito e disgustato”
“Conosco da anni Enrico Pazzali che ho sempre ritenuto una persona perbene e vorrei poter considerare, fino a prova contraria, un amico di vecchia data. Attendo di avere altri elementi, quindi, prima di un giudizio definitivo assai diverso su di lui”, ha dichiarato Ignazio La Russa.
“Sono stupito più che allarmato, dalle notizie di una sua azione di dossieraggio nei miei riguardi. Sono infine disgustato dal fatto che ancora una volta i miei figli, Geronimo e Leonardo, debbano pagare la colpa di chiamarsi La Russa se risulterà confermato che anche loro sono stati spiati”.
“Ora l’unica cosa che mi premerebbe sapere è chi possa aver commissionato il dossieraggio contro la mia famiglia”, ha concluso il presidente del Senato.
La reazione di Renzi
“Ancora uno scandalo di spie, intercettazioni abusive, dossier. Ancora il mio nome nel mirino, a Milano come già era accaduto a Bari, nelle ricerche dei finanzieri corrotti come nelle pubblicazioni illegali del Fatto Quotidiano”, ha commentato Matteo Renzi sui social.
“Da anni sono oggetto di una campagna violenta contro di me e contro la mia famiglia: chi ha letto Il Mostro sa di che cosa parlo”.
“Ma forse oggi bisogna fare una riflessione in più, anche oltre l’aggressione che io sto subendo: in un mondo in cui i dati sono il nuovo petrolio dobbiamo avere il coraggio di affermare che la violazione dei telefonini o dei computer è un reato gravissimo. E che la pubblicazione di dati illegittimi non è diritto di cronaca ma un crimine”, ha aggiunto.