Altri 3 arresti per Giulio Giaccio sciolto nell'acido e ucciso dalla camorra: colpo di scena dopo 24 anni
Altre tre per persone sono state arrestate per l'omicidio di Giulio Giaccio, ucciso per errore e sciolto nell'acido nel 2000
Fu scambiato per un’altra persona, ucciso e sciolto nell’acido da esponenti della camorra. Tre persone sono state arrestate per l’omicidio di Giulio Giaccio, avvenuto il 30 luglio 2000 a Marano di Napoli.
- Altri 3 arresti per l'omicidio di Giulio Giaccio
- Altri tre indagati già in carcere
- Giulio Giaccio ucciso per errore e sciolto nell'acido
Altri 3 arresti per l’omicidio di Giulio Giaccio
A distanza di 24 anni può dirsi chiuso il caso del terribile omicidio di Giulio Giaccio, l’operaio napoletano di 26 anni che venne ucciso per errore nel luglio del 2000.
Come riporta Adnkronos, nella mattinata di mercoledì 27 marzo i carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno arrestato tre persone che sono ritenute dagli inquirenti gli esecutori materiali del delitto.
In carcere sono finiti Raffaele D’Alterio, Luigi De Cristofaro e Salvatore Simioli, tutti affiliati al clan Polverino. Le misure cautelari sono state emesse dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea.
Altri tre indagati già in carcere
In carcere, sotto processo per l’omicidio di Giulio Giaccio, ci sono già altre tre persone, Carlo Nappi e Salvatore Cammarota, reo confessi, e Roberto Perrone, collaboratore di giustizia.
Nappi e Cammarota sono ritenuti i mandanti dell’omicidio insieme ad un altro pentito, Giuseppe Simioli.
A far luce sulla vicenda, ricostruendo il ruolo dei tre nuovi arrestati, è stato il racconto di alcuni collaboratori di giustizia, tra cui lo stesso Perrone.
Giulio Giaccio ucciso per errore e sciolto nell’acido
Erano circa le 22:30 di domenica 30 luglio 2000, quando Giulio Giaccio, all’epoca 26enne, fu prelevato da dei finti poliziotti. Con lui al momento del sequestro c’era un amico, che avvisò i familiari e poi sporse denuncia.
Nonostante protestasse di non chiamarsi Salvatore, il giovane che i camorristi cercavano, Giaccio venne ucciso con un colpo di pistola alla nuca, il corpo poi sciolto nell’acido.
Il giovane operaio non aveva mai avuto nulla a che fare con la camorra: secondo quanto ricostruito, venne scambiato erroneamente per un ragazzo che aveva importunato la sorella di Cammarota.
Per anni la scomparsa di Giulio Giaccio rimase un caso irrisolto, fino al 2015, quando i pubblici ministeri Mariella Di Mauro e Giuseppe Visone riaprirono le indagini in seguito alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia del clan Polverino.
Ci furono i primi arresti, i mandanti dell’omicidio, oggi il cerchio si chiude con la cattura degli esecutori materiali del delitto.