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Alberto Stasi parla a Le Iene dopo 7 anni: l'intervista dal carcere, tutte le tappe del delitto di Garlasco

Alberto Stasi parla per la prima volta da quando è finito in carcere con l'accusa di aver ucciso Chiara Poggi: cos'è il delitto di Garlasco

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

“Sono innocente”. Lo ribadisce a distanza di sette anni Alberto Stasi, arrestato, poi rilasciato e infine rimesso in cella al quinto grado di giudizio con l’accusa di aver ucciso la 26enne Chiara Poggi nel fatto di cronaca nera noto ai più come ‘il delitto di Garlasco’. Stasi, dopo tutto questo tempo, ha deciso di rompere il silenzio concedendo un’intervista a Le Iene: ecco cosa ha detto.

Cosa ha detto Alberto Stasi nell’intervista a Le Iene

Alberto Stasi, nella puntata de Le Iene andata in onda martedì 24 maggio, ha raccontato la sua verità: “Togliere la libertà a una persona innocente è violenza, però non hai nulla da rimproverarti, l’hai subita e basta, non è colpa tua”.

A distanza di sette anni dal suo arresto per omicidio si è chiesto: “Perché hai fretta di portare in carcere una persona sulla base di un risultato ancora parziale? Non c’era motivo, ma il meccanismo si era messo in moto: era stato emesso un provvedimento, i carabinieri erano arrivati, i giornalisti erano già fuori dalla caserma, mandare tutti a casa, in qualche modo, credo dispiacesse”.

Ma perché Stasi ha scelto di parlare dopo tutto questo tempo? Lo spiega lui stesso: “Per dare un senso a questa esperienza, perché certe cose non dovrebbero più accadere“.

“Se una persona vive delle esperienze come quella che ho vissuto io – ha aggiunto – questa deve essere resa pubblica, a disposizione di tutti, e visto che ho la possibilità di parlare lo faccio, così che le persone capiscano, possano riflettere e anche decidere, voglio dire, se il sistema che c’è va bene oppure se è opportuno cambiare qualche cosa”.

Il delitto di Garlasco e la morte di Chiara Poggi

Ma a cosa ci si riferisce quando si parla del delitto di Garlasco?

Alberto Stasi, secondo i giudici è stato lui a uccidere Chiara Poggi

Il 13 agosto 2007 Chiara Poggi, 26 anni, viene trovata morta – in una pozza di sangue – nella villetta della sua famiglia a Garlasco, piccolo paesino in provincia di Pavia.

A scoprire il cadavere è il fidanzato, Alberto Stasi, studente 24enne: i due stavano insieme dal 2003.

Il ragazzo – ospite della Poggi in quei giorni, dato che la famiglia era in vacanza – viene immediatamente iscritto nel registro degli indagati: si dichiara subito innocente.

Afferma di aver lavorato ore alla tesi e consegna quindi il pc: all’interno viene trovato del materiale pedopornografico e un ulteriore capo di accusa si presenta a Stasi.

Nel frattempo, i Ris sequestrano la casa e non trovano l’arma del delitto: secondo l’autopsia, la Poggi è stata colpita da un oggetto pesante, forse un martello, al volto e alla testa.

Il movente dell’omicidio? Quello più probabile sembrerebbe essere quello dei materiali pedopornografici trovati sul pc di Stasi dalla Poggi.

I rilievi dimostrano che l’aggressione si è svolta in fasi distinte e che dopo l’omicidio l’assassino si è lavato ed è andato via: per la Procura il responsabile è uno, Alberto Stasi.

Nel 2015, a otto anni dal delitto e dopo essere stato riconosciuto innocente per due volte – in primo grado e in appello – è indicato come colpevole.

Succede tutto nell’appello bis: viene fuori che il comandante Francesco Marchetto – amico di Nicola Stasi, padre di Alberto – non aveva sequestrato la bicicletta dell’imputato, che un testimone aveva visto davanti alla casa dei Poggi quella mattina, divenuta poi prova decisiva per decretare la colpevolezza di Stasi.

Secondo la ricostruzione, i pedali con sopra il dna di Chiara Poggi appartenevano alla bici di Stasi, ma sarebbero stati scambiati con quelli della bici della vittima dopo la rivelazione del testimone.

Così, alla fine, Cassazione conferma il verdetto: 16 anni di carcere, una pena che però scontenta la famiglia Poggi.

Dov’è oggi Alberto Stasi

Attualmente Alberto Stasi si trova nel carcere di Bollate, a Milano: è detenuto dal 12 dicembre 2015.

Oggi ha 38 anni, quando la sua fidanzata Chiara Poggi è morta ne aveva 24: continua a dichiararsi innocente.

“Alla sera quando mi corico io non ho nulla da rimproverarmi – ha concluso -: certo, ti senti privato di una parte di vita perché togliere la libertà a una persona innocente è violenza, però non hai nulla da rimproverarti, l’hai subita e basta, non è colpa tua”.

Fonte foto: ANSA
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