6 indagati per lo stupro di Palermo minacciati in carcere, la nota della direzione che chiede il trasferimento
Alcuni indagati per lo stupro di gruppo di Palermo sono stati minacciati in carcere, per questo la direzione chiede il trasferimento. Le novità
I sei indagati per lo stupro di Palermo sarebbero stati minacciati in carcere. Per questo i diretti interessati avrebbero chiesto il trasferimento dalla casa circondariale Lorusso di Pagliarelli. Lo riporta ‘Repubblica’. Già dal primo giorno, secondo la stampa, i sei giovanissimi avrebbero subito le ostilità da parte degli altri detenuti, circostanza che comprometterebbe la sicurezza all’interno dell’istituto penitenziario.
Stupro di Palermo, indagati minacciati in carcere
I 6 indagati a seguito dello stupro di gruppo avvenuto a Palermo il 7 luglio scorso avrebbero ricevuto minacce dagli altri detenuti.
A riferirlo a ‘Repubblica’ sono gli stessi legali dei giovanissimi, che hanno spiegato che anche da parte degli agenti impegnati nell’istituto penitenziario si segnala uno stato di pericolo per gli indagati in quanto non ci sarebbero le condizioni di sicurezza sufficienti per mantenere il distanziamento imposto dall’autorità giudiziaria.
Per questo motivo i ragazzi chiedono di essere trasferiti presso un’altra struttura.
Secondo le ultime notizie pubblicate da ‘Open’, la decisione della direzione sarebbe arrivata.
La nota della direzione
‘Open’ ha riportato alcuni estratti della nota inviata dalla direzione del Lorusso di Pagliarelli.
Leggiamo: “Si chiede l’immediato allontanamento da questo istituto dei detenuti atteso che l’elevato clamore mediatico della vicenda ha determinato la piena conoscenza dei fatti anche alla restante popolazione detenuta, ragion per cui sono invisi alla stessa inclusi i detenuti delle sezioni protette dove sono si trovano”.
Quindi “si chiede con un urgenza l’immediato allontanamento” per evitare “possibili azioni destabilizzanti per l’ordine e la sicurezza”.
Le lacrime dell’indagato
Durante l’interrogatorio di garanzia del 22 agosto, uno dei 7 indagati per lo stupro di Palermo è scoppiato in lacrime di fronte al gip Marco Gaeta.
“Sono addolorato per ciò che è successo; Chiedo scusa alla ragazza e alla sua famiglia, mi sono rovinato la vita“, avrebbe detto.
Nel frattempo la violenza di gruppo è oggetto di morbosità anche sulle chat Telegram, dove spuntano utenti che chiedono di poter visionare i filmati registrati dagli aguzzini durante lo stupro.
Per questo motivo le autorità sono in allarme: il revenge porn è ancora un fenomeno difficile da estinguere, specialmente per la velocità con cui i contenuti si diffondono sul web.