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POLITICA ESTERA

17 soldati uccisi in Niger in un attacco jihadista, USA cercano la diplomazia per lotta comune al terrorismo

Sono rimasti uccisi 17 soldati nigerini in un attacco terroristico jihadista. Il Niger si prepara anche all’attacco di Ecowas con gruppi di volontari

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

Il ministero nigerino ha comunicato nella serata di ieri la morte di 17 soldati e il ferimento di altri 20. Il dito è puntato contro gruppi jihadisti. Questi ultimi sono un problema per l’Occidente, che cerca la diplomazia con il Niger anche per riprendere le operazioni anti terrorismo nel minor tempo possibile. Ecowas però non è contento dell’ennesima provocazione: l’accusa di alto tradimento per il deposto presidente Mohamed Bazoum.

Attacco jihadista

Lo ha confermato il ministero della Difesa di Niamey: nella pomeriggio di martedì un gruppo di soldati nigerini è stato attaccato. I sospettati sono i diversi gruppi jihadisti presenti nel Paese, che rappresentano ancora oggi il terrorismo che tanto spaventa l’Occidente.

Nel comunicato si legge che un distaccamento delle Forces armées nigériennes (Fan) in movimento tra Boni e Torodi è rimasto vittima di un’imboscata terroristica alla periferia della località di Koutougou (52 km a sud-ovest di Torodi). Il bilancio provvisorio è di 17 soldati uccidi e 20 feriti, di cui 6 in condizioni gravi.

 Il presidente della Nigeria Bola Ahmed Tinubu e i leader dell’Ecowas

Luogo dell’attacco terroristico

L’esercito ha affermato che parte dei terroristi sono stati neutralizzati. La zona però resta calda. Infatti la località di Koutougou è molto vicina al confine con il Mali. L’attacco di ieri pomeriggio è stato uno dei più mortali dal colpo di Stato, ma non l’unico.

La regione di Tillabéri infatti è un rifugio per i jihadisti e anche un punto di ingresso ai tre confini tra Niger, Burkina Faso e Mali. Da anni il Niger è preso di mira da attacchi dei gruppi jihadisti, nonostante l’impegno di forze per contrastarli.

Soluzione diplomatica

Le provocazioni del Niger innervosiscono Ecowas che richiama in più occasioni lo spettro di un intervento militare. L’obiettivo principale sarebbe quello di raggiungere un accordo tra le parti, ma già due missioni di mediazione sono state fallimentari.

Da una parte i leader del blocco si dicono propensi a una risoluzione diplomatica, dall’altra lo scorso giovedì hanno dato via libera a un intervento armato. Il Niger, da parte sua, sta raccogliendo volontari per la difesa in caso di attacco. Gli Stati Uniti temono per la sicurezza dell’Occidente se il Niger dovesse spostare le forze dai gruppi jihadisti verso la difesa da un attacco di Ecowas.

Fonte foto: ANSA

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