Quarta incriminazione per Donald Trump per aver tentato di ribaltare i risultati delle elezioni in Georgia
Ancora una volta l'ex presidente Donald Trump ha definito l'incriminazione come una "caccia alle streghe", per delegittimare la sua campagna politica
Arriva la quarta incriminazione in cinque mesi per Donald Trump. Il 14 agosto la giuria della contea di Fulton, ad Atlanta, ha accusato l’ex presidente del tentatativo di sovvertire i risultati delle elezioni presidenziali in Georgia nel 2020. Con lui, altre 18 persone sono ritenute parte della cospirazione.
La quarta incriminazione
Alla vigilia di ferragosto, prima del previsto, è arrivata la quarta incriminazione per Donald Trump, l’ennesima in appena cinque mesi.
Dopo una lunga udienza, la giuria della contea di Fulton ad Atlanta, in Georgia, ha approvato le accuse illustrate dalla procuratrice distrettuale Fani Willis.
Polizia e giornalisti fuori dal tribunale in attesa dell’udienza
Ad accelerare il processo sembra siano state alcune testimonianze chiave, che hanno portato a ritenere perseguibile l’ex presidente per la tentata sovversione dei risultati del voto presidenziale del 2020.
Trump avrebbe, infatti, utilizzato dei falsi elettori in suo favore, per tentare di ribaltare i voti in Georgia e in altri stati vinti da Joe Biden.
Altre 18 persone sono accusate di cospirazione. Tra loro, il suo ex avvocato, Rudy Giuliani, il suo ex chief of staff Marc Meadows, nonchè i legali Kenneth Chesebro e John Eastman, sono considerati gli architetti del piano.
L’ex presidente dovrà poi presentarsi nuovamente in aula per le formalità di rito entro il 25 agosto.
Le accuse ufficiali
Le accuse sono state articolate in 41 capi di imputazione, di cui 13 nei confronti di Trump.
Tra i reati contestati, c’è la cospirazione per aver impersonato un pubblico ufficio, nella vicenda dei falsi elettori, le dichiarazioni false sul fatto che le elezioni fossero truccate e l’aver
sollecitato un pubblico ufficiale a violare il suo giuramento di fedeltà.
Quest’ultimo caso riguarda la telefonata che Trump fece all’allora al segretario di Stato repubblicano Brad Raffensperger per chiedergli di trovare 11.780 voti che gli erano necessari a superare Joe Biden nelle elezioni.
La replica di Trump
Prevedibilmente, Trump ha definito l’accusa nei suoi confronti come “truccata”. Sulla sua piattaforma social Truth, ha scritto: “Perché non mi hanno incriminato 2 anni e mezzo fa? Perché volevano farlo proprio nel bel mezzo della mia campagna politica. Caccia alle streghe!”
Una definizione che aveva già usato per commentare la terza incriminazione a suo carico, quella per l’assalto a Capitol Hill nel 2021.
“Le mie decisioni sono basate sui fatti e sulla legge“, ha replicato la procuratrice Willis in conferenza stampa, aggiungendo anche che cercherà di ottenere il processo nel giro di sei mesi.
Come riportato da Ansa, la difesa si starebbe già preparando al contrattacco, con l’intenzione di contestare il difetto di giurisdizione della procuratrice distrettuale, nel tentativo di trasferire il caso alla giustizia federale.