WeWork dichiara fallimento in Usa e Canada: debiti miliardari e crollo in Borsa, accordo coi creditori
WeWork, la startup di uffici co-working, dichiara fallimento: debiti per 3 miliardi di dollari. Cosa è successo?
L’azienda statunitense WeWork ha dichiarato il fallimento. Lunedì scorso l’azienda che affitta spazi per il co-working ha richiesto l’amministrazione controllata. È stata a lungo una delle start up di maggiore successo al mondo, almeno fino al 2019, periodo in seguito al quale ha iniziato ad accumulare debiti. Al momento WeWork è costretta ad annullare costosi contratti di affitto per ridurre le spese e cercare di far rientrare i debiti che ammontano a circa 3 miliardi di dollari.
Che cos’è WeWork?
Sono diverse le aziende giovani di grande successo che hanno conquistato la Borsa. WeWork era una di queste: una grande azienda nata dall’idea dell’imprenditore Adam Neumann, nato a Tel Aviv, in Israele, e dallo statunitense Miguel McKelvey.
Nel 2019, anno in cui WeWork ha deciso di quotarsi in Borsa, gestiva uffici in 111 città sparse per 29 Paesi del mondo con 527.000 iscritti. Il piano era quello di allargarsi in altri Paesi, e nel 2020 aprire anche cinque sedi in Italia. WeWork nello specifico si occupava di affittare agli iscritti una scrivania o un ufficio all’interno di una zona comune, con Internet gratuito e caffetteria.
Il fallimento di WeWork
Il fallimento di WeWork si delinea come un fallimento standard. Infatti l’azienda è cresciuta molto rapidamente e ha avuto grosse perdite in poco tempo. Questi due fattori la rendevano poco stabile e incapace di superare la pandemia di coronavirus che ha diffuso il lavoro da remoto.
Sono stati in molti a dire addio agli uffici lontani da casa anche dopo la pandemia, senza contare il lungo periodo di inutilizzo di uffici affittati. Proprio l’assenza di iscritti al servizio e affitti molto alti per gli spazi già posseduti hanno provocato grosse perdite e il procedimento di fallimento.
Negoziazione del debito
Il processo di dichiarazione di fallimento permetterà all’azienda WeWork di negoziare la riduzione del proprio debito. Come ha confermato l’amministrazione delegato David Tolley: “Ora è il momento per noi di portare avanti il futuro affrontando in modo aggressivo i nostri contratti di locazione preesistenti e migliorando notevolmente il nostro bilancio”.
Sui social l’ad ha voluto sottolineare come WeWork abbia definito la nuova categoria di lavoro e i prossimi passi serviranno per restare i leader del settore del lavoro flessibile globale. Al momento il 91% dei creditori ha accettato di convertire il debito garantito in equity, anche se per l’Autorità di regolamentazione del mercato azionario statunitense ha dubbi sostanziali sulla capacità dell’azienda di continuare a operare e quindi di ripagare i debiti.