NOTIZIE
POLITICA

Vittorio Sgarbi e le consulenze d'oro da 300 mila euro in nove mesi, la replica: "Non è vietato, violata mail"

Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi respinge le accuse sulle consulenze d'oro da 300mila euro e annuncia una denuncia

Pubblicato:

Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

Vittorio Sgarbi respinge le accuse sulle consulenze d’oro e va all’attacco. Il sottosegretario alla Cultura replica all’articolo de ‘Il Fatto Quotidiano’ dal titolo ‘Sgarbi, cachet d’oro in barba alla legge: 300 mila euro in 9 mesi’, secondo il quale avrebbe incassato dallo scorso febbraio compensi premi e compensi per la sua attività prestata a diverse mostre d’arte. “Ma un sottosegretario deve vivere sulla luna?” risponde l’ex deputato che annuncia denunce.

Le consulenze

Secondo quanto ricostruito dall’autore dell’articolo, Thomas Mackinson, Sgarbi avrebbe incassato un ammontare di 300mila euro nonostante la legge 215 del 20 luglio 2004, all’articolo 2, vieti “attività professionali e di lavoro autonomo in materie connesse alla carica di governo”.

“Non posso fare una conferenza? Chi mi proibisce di fare il giurato di Miss Italia?” replica il Sottosegretario alla Cultura, affermando che “qualcuno vuole vendicarsi di qualcosa che non so, il ‘Fatto’ scrive sulla base di una segnalazione anonima fatta da qualcuno che ha violato la mia casella di posta“.

Il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi

“La mia attività non è vietata dalla legge. Sono come un ministro che scrive libri. Lei – risponde Sgarbi rivolgendosi a Mackinson – sta lavorando su dati che riguardano la mia vita professionale probabilmente carpiti via Internet. E io ho appena denunciato“.

Il pronunciamento

Nel respingere qualsiasi critica sulle attività esterne in contrasto con il suo ruolo ministeriale, Sgarbi fa riferimento a un pronunciamento dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, alla quale il Sottosegretario poneva la questione di incompatibilità per la sue funzioni in Anci, in Fondazione Cavallini Sgarbi, in Rinascimento associazione culturale, e per la propria attività di giornalista.

Con il pronunciamento del 16 maggio 2023 l’Agcm “ha ritenuto che, allo stato, non sussistano i presupposti per l’avvio di un procedimento di accertamento di eventuali situazioni di incompatibilità rilevanti ai sensi dell’art. 2, comma 1 della medesima legge”, dando in pratica un sostanziale nullaosta a Sgarbi.

Il ruolo del portavoce di Sgarbi

Nell’articolo de ‘Il Fatto Quotidiano’ si ipotizza inoltre che il portavoce di Vittorio Sgarbi, Nino Ippolito, faccia da collettore per i compensi più o meno occulti del Sottosegretario tramite una sua società.

“Su di lui non pende alcuna incompatibilità ed è sicuramente libero di rispondere a chi chiede la mia presenza ad eventi” è la risposta dell’ex deputato, il quale di fronte a una questione di inopportunità, al di là dell’eventualità dell’illecito, replica così: “Sono Sgarbi e sono diventato sottosegretario per questo, non il contrario. Le conferenze su Caravaggio le ho fatte per una vita…”.

Fonte foto: ANSA

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963