Il vero volto della mummia del Similaun grazie al Dna: il nuovo identikit di Ötzi, l'uomo scoperto sulle Alpi
Grazie alle nuove analisi del Dna è stato ricostruito l'aspetto dell'uomo di Similiaum, la mummia di oltre 5mila anni fa trovata sulle Alpi nel '91
Ötzi aveva la pelle scura, pochi capelli e veniva dell’Anatolia. Dalle analisi del Dna della mummia del Similaun realizzate con le tecniche più avanzate emerge un nuovo identikit dell’uomo vissuto oltre 5mila anni fa e ritrovato sulle Alpi Venoste, al confine tra Italia e Austria. Il suo ritratto è stato adesso rivisto alla luce delle nuove scoperte: non più un cacciatore-raccoglitore caucasico dell’Età del Rame con i capelli lunghi e folti, come ricostruito finora, bensì un individuo discendente da contadini migrati dall’attuale Turchia, con la carnagione più scura di quanto si ritenesse e con problemi di calvizie.
La mummia del Similaun
La mummia del Similaun è stata ritrovata in uno stato di conservazione quasi perfetta nella Val Senales, nel Sudtirol, nel 1991 da turisti di passaggio e dal 1998 è custodita con i suoi abiti, le armi e l’equipaggiamento da alta montagna. nel Museo archeologico dell’Alto Adige di Bolzano.
Lì si trova il manichino di Ötzi, realizzato dai gemelli olandesi Adrie e Alfons Kennis, specializzati nella ricostruzione degli uomini primitivi, per come è stato rappresentato fino ad oggi.
Quando nel 2012 fu codificato per la prima volta il Dna dell’uomo di Similiaun venne ricostruito un patrimonio genetico dei pastori guerrieri (i cosiddetti Yamnaya) emigrati circa 5.000 anni fa dalle steppe delle attuali Russia e Ucraina.
La nuova scoperta
Le nuove tecnologie hanno permesso di rivedere questo identikit: Ötzi era un uomo di 40-50 anni che visse intorno al 3.200 a.C. ma la sua discendenza risale a discendeva a un ceppo più antico di cui facevano parte gli agricoltori che dall’Anatolia migrarono in Europa orientale circa 8mila anni fa.
La nuova analisi del Dna è stata realizzata dai ricercatori dell’Istituto tedesco Max Planck per l’Antropologia evolutiva e del centro di ricerca Eurac di Bolzano, che hanno pubblicato i risultati sulla rivista scientifica ‘Cell Genomics’.
L’analisi del Dna
“Questo è un risultato relativamente chiaro e potrebbe anche spiegare perché sulla mummia non sono stati praticamente trovati capelli”, osserva l’antropologo Albert Zink di Eurac Research, coautore dello studio con Johannes Krause, a capo del Dipartimento di archeogenetica dell’Istituto Max Planck per l’antropologia evolutiva di Lipsia.
Oltre ad ricostruire uno stato di alopecia avanzata, la ricerca avrebbe rivelato anche una predisposizione all’obesità e al diabete di tipo 2 dal corredo genetico di Ötzi, il quale, inoltre, sarebbe risultato di carnagione più scura di quella di tipo mediterraneo-europeo ipotizzata finora.
“È la tonalità di pelle più scura che sia stata riscontrata in reperti europei contemporanei a Oettzi”, dice ancora Zink. “Finora si pensava che la pelle della mummia si fosse scurita durante la permanenza nel ghiaccio, ma – prosegue – presumibilmente quello che vediamo ora è in realtà in gran parte il colore originale della pelle di Ötzi. Saperlo è ovviamente importante anche per la sua conservazione”.