Vaccino Johnson & Johnson più efficace di Pfizer? L'annuncio
L'ad di Johnson & Johnson ha dichiarato che il vaccino monodose anti Covid della sua azienda potrebbe essere anche più efficace di quello Pfizer
Alex Gorsky, amministratore delegato di Johnson & Johnson, la terza azienda che ha ricevuto l’approvazione per il suo vaccino anti Covid da parte della Fda, l’agenzia del farmaco statunitense, ha dichiarato che il nuovo siero aprirà le porte alla vaccinazione di massa. Il presidente americano Joe Biden ha infatti anticipato la data della campagna su tutta la popolazione over 18 da fine luglio a fine maggio, e dopo l’approvazione dell’Ema sarà possibile somministrare il farmaco anche nei Paesi europei.
“Stiamo uscendo dalla fase in cui dovevamo riservare i vaccini a categorie prioritarie, entriamo in quella in cui ci saranno dosi disponibili per tutti coloro che lo vogliono”, ha dichiarato a Repubblica. “All’aumento della produzione, condizione fondamentale, si accompagna la moltiplicazione dei centri per le vaccinazioni di massa: stadi, catene di farmacie, centri drive through accessibili in automobile. Migliora anche la capacità di raggiungere ceti sociali meno abbienti e minoranze etniche perché tutti siano inclusi”.
Gorsky ha spiegato che “per molte ragioni abbiamo dovuto iniziare la campagna dai 18 anni in su, ma ora stiamo lavorando per raggiungere la fascia dai 12 ai 18 anni. In seguito ci occuperemo dei più piccoli e delle donne in gravidanza. I test sono in corso, lavoriamo a stretto contatto con la Food and Drugs Administration”.
“È probabile” che possa essere fatta l’inoculazione già ai bambini prima dell’inizio del prossimo anno scolastico. “La Fda ci sta lavorando, con noi e con le altre case farmaceutiche. Per il vaccino Johnson & Johnson, la piattaforma-vettore è la stessa che usammo nelle vaccinazioni in Africa contro Ebola e Hiv, distribuendole a una popolazione più giovane”.
Vaccino Johnson & Johnson: cosa significa che ha un’efficacia vicina al 100%
Il vaccino J&J, per l’Fda, avrebbe un’efficacia inferiore rispetto ai concorrenti Pfizer e Moderna, al 72% contro il 90% circa. “Bisogna studiare con cura i dati e non paragonarli quando non sono omogenei”, ha dichiarato Gorsky a Repubblica.
“I nostri test clinici sono avvenuti da settembre a gennaio, in una fase di drammatica recrudescenza dei contagi, e quando già si diffondevano delle varianti. I nostri test hanno coinvolto per il 45% pazienti negli Stati Uniti, per il 40% in America latina, per il 15% in Sudafrica. Tra coloro che hanno partecipato ai test, in America latina era già dominante la variante brasiliana e in Sudafrica quella locale addirittura colpiva il 90% dei pazienti”, ha spiegato.
“In questo contesto, il vaccino ha dato un’efficacia praticamente al 100% nell’impedire morti o ricoveri ospedalieri. Questa è la statistica che conta di più. Quando ci vacciniamo, vogliamo evitare soprattutto la forma grave della malattia che impone il ricovero, e ovviamente vogliamo proteggerci contro il rischio di morire”, ha continuato.
“In questa fase la missione prioritaria è bloccare il contagio, prima che il virus abbia il tempo di evolversi in altre varianti potenzialmente più contagiose o più pericolose. In questa funzione il nostro prodotto è perfino più efficace dei concorrenti. È l’unico ad essere stato sottoposto a dei test di massa, nel mondo reale, in situazioni di larga diffusione delle varianti più perniciose”, ha sottolineato l’ad di Johnson e Johnson.
Vaccino monodose Johnson & Johnson: in futuro seconda dose e richiamo
Il vaccino J&J è un siero monodose. “Per adesso la dose singola è più che sufficiente, ma in futuro non escludiamo che il vaccino anti Covid diventi come quello contro l’influenza stagionale, con richiami e adattamenti”, ha dichiarato sulle pagine di Repubblica.
Vaccino monodose Johnson & Johnson: la svolta grazie alla collaborazione
Collaborare con il governo americano “è stata una svolta. Il nostro mestiere è cambiato, non sarà più lo stesso. Mai in passato si erano raggiunti livelli di cooperazione così spinti. Con il governo americano dura da 13 mesi. Ma c’è stata tanta collaborazione anche fra aziende concorrenti, fra scienziati di Paesi diversi. Ora questo spirito di alleanza e collaborazione si allarga alla fase produttiva. Abbiamo tutti capito che le vie ordinarie non erano più praticabili, la sfida era troppo grande”.
“Il governo ci ha aiutato convogliando risorse che da soli non avremmo avuto. Abbiamo accumulato tante lezioni che non dimenticheremo”, ha continuato.
Vaccino monodose Johnson & Johnson: la rassicurazione ai no vax
L’ultimo scoglio rimane quello dei no vax e di chi ha paura di sottoporsi al vaccino anti Covid. “La cura è nella massima trasparenza che adottiamo, noi aziende e i regolatori. Tanti esperti indipendenti hanno passato al vaglio i vaccini. E poi via via che procede l’inoculazione di massa, credo che sarà anche il nostro vicino di casa vaccinato a rassicurarci, a indicarci che questa è la via maestra per tornare al lavoro, a scuola, a viaggiare”, ha concluso l’amministratore delegato di Johnson & Johnson.