Vaccino Covid obbligatorio solo in certi casi. Speranza chiarisce
Per la somministrazione del vaccino contro il Covid si opterà per una strategia di persuasione, più che sull'obbligo. Ma si valuterà in corso d'opera
Il tanto agognato arrivo di un vaccino contro il Covid-19 sembra essere finalmente vicino. Mentre in Italia ci si organizza per una prima somministrazione del farmaco a gennaio, il tema dell’obbligatorietà è tornato al centro del dibattito pubblico. Il direttore dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Nicola Magrini, ha spiegato durante l’incontro “Un vaccino per tutti” promosso dalla rivista Internazionale a Ferrara che “l’obbligatorietà è un meccanismo delicato che va riservato solo in casi estremi“.
Vaccino Covid, per chi potrebbe scattare l’obbligo. La strategia del governo
Magrini ha fatto riferimento “al personale sanitario e al personale delle Rsa“, sottolineando però che l’obbligo “deve essere usato con molta cautela perché occorre stimolare invece la responsabilità e la fiducia individuale fornendo informazioni adeguate”.
Dello stesso avviso è anche il ministro della Salute Roberto Speranza, che a “Che tempo che fa” su Rai3 ha spiegato che la migliore strategia è rappresentata dalla persuasione, più che dall’obbligo: “Penso che con una campagna vera possiamo provare a raggiungere l’immunità di gregge senza partire dall’obbligatorietà ma è una valutazione che faremo nel corso dei mesi. Lo valuteremo in corso d’opera”.
Vaccino Covid, il monito di Speranza: “Attenzione a dare messaggi sbagliati”
Il ministro ha poi lanciato un appello: “Attenzione a dare messaggi sbagliati sui vaccini. Siamo alla vigilia di una campagna mondiale, una delle più grandi che si siano mai viste, e io ho massima fiducia nelle istituzioni preposte. Per avere un ok dell’Ema o dell’Aifa c’è bisogno di processi molto rigorosi”. Un discorso in linea con quello di Magrini, che in un’intervista concessa al Quotidiano Nazionale ha spiegato che “tutte le fasi di validazione e valutazione sono rispettate, nessuna tappa è stata saltata”.
Nei giorni scorsi hanno sollevato un gran clamore le parole del microbiologo Andrea Crisanti, che ha ammesso di non volersi sottoporre al vaccino a gennaio in assenza di dati affidabili sulla sperimentazione.