Vaccino coronavirus: l'allerta degli esperti dopo i primi dati
Gli esperti invitano alla cautela dopo i dati preliminari relativi alle sperimentazioni dei vaccini anti coronavirus
Serve cautela sui dati preliminari relativi alle sperimentazioni dei vaccini contro il coronavirus SarsCov2. L’invito alla prudenza è arrivato dal sito di ‘Nature’. Gli esperti citati dalla rivista hanno affermato che la risposta del sistema immunitario al nuovo coronavirus non è ancora nota e sembrerebbe diversa da individuo a individuo.
La presa di posizione fa riferimento, riporta ‘Ansa’, ai risultati dei primi test sull’uomo dei quattro candidati vaccini sviluppati dall’università britannica di Oxford, in collaborazione con AstraZeneca e le cui dosi sperimentali sono prodotte in Italia dall’Irbm, dalla cinese Cansino Biologics, dalla tedesca BioNTech in collaborazione con Pfizer e dall’azienda americana Moderna con l’Istituto americano di Allergie e malattie infettive (Niaid).
Tutti e quattro i gruppi hanno affermato che i loro candidati vaccini hanno suscitato una risposta immunitaria simile a quella osservata nei pazienti guariti.
Sul fronte della sicurezza, gli effetti collaterali riscontrati sono comuni a quelli riscontrati in altri vaccini, come dolori muscolari, febbre e mal di testa.
Tuttavia, ha affermato l’immunologo Rafi Ahmed (dell’americana Emory University), “i dati sono preliminari e in questa fase bisogna evitare di dire che un vaccino sia migliore di un altro perché non lo sappiamo ancora”.
I dati preliminari finora resi noti, ha spiegato Ahmed, riguardano la capacità del vaccino di indurre la produzione di anticorpi neutralizzanti, capaci cioè di neutralizzare gli attacchi del nuovo coronavirus alle cellule.
Secondo Peter Hotez (del Baylor College of Medicine di Houston), molti dei vaccini allo studio potrebbero richiedere più di una dose per indurre la produzione di anticorpi neutralizzanti.
Stando all’analisi di ‘Nature’, hanno ottenuto finora meno attenzione le risposte da parte delle cellule killer del sistema immunitario, i linfociti T.
Questi ultimi, secondo Shane Crotty (de La Jolla Institute for Immunology), potrebbero avere un ruolo importante nel controllo della malattia.
Per questo motivo, ha osservato il ricercatore, sarebbe auspicabile un vaccino anti Covid-19 in grado di innescare una combinazione di anticorpi neutralizzanti e cellule T.