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Truffe online sulla vendita di auto, beni di lusso e carburante: da Napoli controllavano tutta Italia

Ben 59 misure cautelari sono state emesse dal Tribunale partenopeo dei confronti di persone appartenenti a tre associazioni criminali

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Associazione a delinquere finalizzata alle truffe online, ma anche riciclaggio e autoriciclaggio, possesso di documenti falsi e correlata sostituzione di persona.

Sono solo alcuni dei reati contestati dalla Procura della Repubblica di Napoli nei confronti di tre organizzazioni aventi base direttiva e logistica a Napoli, ma con ramificazioni in tutta Italia, dalla Lombardia al Friuli Venezia Giulia, dalla Liguria al Veneto, passando per il Lazio e il Piemonte.

Misure cautelari a Napoli: le associazioni criminali operavano in tutta Italia

Un’indagine durata mesi e conclusa nella mattinata di oggi (lunedì 9 maggio 2022) con l’emissione da parte del Tribunale partenopeo di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di 59 persone (46 custodia in carcere e 13 in regime di arresti domiciliari), tutte appartenenti ai tre sodalizi criminali.

Si erano specializzati nei sequestri di immobili, società lavorative e distributori di carburante. Una volta preso possesso di imprese e aziende, i criminali rivendevano illegalmente sui canali online automobili di pregio e altri mezzi di trasporto, beni di lusso e attrezzature lavorative, ma anche vere e proprie cisterne di carburante e olio industriale importati dall’est Europa.

Le attività di verifica degli inquirenti hanno coinvolto principalmente i Carabinieri del Comando Provinciale di Genova, supportati dai militari di Napoli (nonché di Salerno, Varese, Venezia, Roma, Frosinone, Latina, Milano, Brescia, Lodi, Novara, Avellino, Pordenone). Le indagini hanno quantificato il valore complessivo dei beni sottratti e rivenduti illegalmente in circa tre milioni di euro.

Acquisti e rivendite online, come operavano le organizzazioni criminali

Dopo preliminari contatti telefonici con le imprese finite nel mirino, ai truffatori subentravano altri sodali che sotto false identità concludevano di persona le trattative consegnando agli inserzionisti assegni circolari falsi emessi da un inesistente ufficio postale creato allo scopo dall’organizzazione, che ne faceva comparire, tramite finte pagine web, i riferimenti sui principali motori di ricerca.

In una seconda fase i sodali si proponevano anche come sedicenti venditori: richiedevano agli ignari compratori di emettere un assegno di caparra o coprente l’intera cifra e di anticiparne l’immagine tramite messaggio WhatsApp (come garanzia dell’impegno all’acquisto), rimandando la consegna del bene venduto ad un incontro con la vittima (a cui non si sarebbero presentati) fissato a distanza di qualche giorno.

L’organizzazione, infatti, sfruttava quel lasso di tempo per riprodurre l’assegno ricevuto in fotografia (a mezzo propri falsari e stamperia), incassandolo senza incorrere in alcun problema, considerata la correttezza dei dati in esso riportati, corrispondenti a quelli del titolo originale contraffatto. Operazioni simili sono in atto in tutta Europa per quanto riguarda la raccolta fondi da destinare ai profughi provenienti dall’Ucraina.

Fonte foto: ANSA

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