Milano, camionista eroe salva ragazzo che minaccia il suicidio
Il 19enne aveva scavalcato il parapetto e minacciava di buttarsi.
Era seduto con le gambe nel vuoto su un viadotto della Teem, pronto a buttarsi. Un camionista lo vede, ferma il tir sotto di lui e lo convince a saltargli tra le braccia, senza farsi male.
È successo venerdì mattina a Pozzuolo Martesana, dalle parti di Milano. Il ragazzo è un giovane di 19 anni, che era stato segnalato alla polizia intorno alle 8:30 del mattino da alcuni automobilisti perché aveva “scavalcato il parapetto e sedeva sul bordo con le gambe nel vuoto, a un’altezza di una decina di metri”, secondo quanto riporta “Il Giorno”. Il tutto è stato ripreso anche dalle telecamere stradali.
Gli agenti sono subito arrivati e hanno sigillato il tratto dell’autostrada. Nel frattempo, un camionista si ferma sotto di lui e cerca di parlarci. L’uomo è poi salito sul tetto del suo tir e ha detto al ragazzo di saltargli tra le braccia. “Vieni qui, stai tranquillo”, avrebbe detto cercando di tranquillizzarlo.
Il ragazzo si è lasciato convincere, e ha fatto il salto di pochi metri che lo separavano dal tetto del mezzo. Il camionista a quel punto lo ha afferrato al volo e ha stretto il giovane in un abbraccio.
L’autista del camion ha lasciato il ragazzo nelle mani della polizia stradale ed è subito ripartito, senza aspettare neanche i complimenti della polizia. Il comandante della polizia di San Donato Milanese, Pasquale Mastrocinque, è riuscito a rintracciarlo solo ieri, attraverso la compagnia di trasporti “Napolitrans” per cui lavora. “È stato eccezionale”, ha dichiarato il capo della polizia.
Il racconto del camionista eroe
Il misterioso eroe della vicenda chiama Gabriel Bocrat Ionut, ha 31 anni e di origini rumene, vive a Eboli (Salerno). È in Italia da circa otto anni. “Quando vedi le cose da lontano puoi pensare che chi fa certe azioni sia un eroe, che serva coraggio. Ma quando capita a te, pensi solo a quello che puoi fare“, spiega in un’intervista a “Il Corriere della Sera” raccontando quello che è successo.
Gabriel era in servizio con la moglie Bianca, anche lei rumena, quando hanno visto il ragazzo sospeso nel vuoto. “Lavoriamo in coppia. Lei era in pigiama perché aveva guidato di notte”. Sono stati lì ad assistere alla scena: i poliziotti hanno cercato di calmare il ragazzo per un’ora, ma alla fine lui lancia giù il portafogli: “Così almeno sapete chi è morto”, avrebbe detto.
A quel punto, decidono di far avanzare il camion di Gabriel per metterlo sotto alla traiettoria del ragazzo. “Mi sono messo a parlare con lui. Gli ho chiesto: ‘dimmi cosa succede, perché stai male?’. Lui ha detto che aveva problemi, che i problemi erano troppi… Mi sono limitato a rispondergli che le cose si possono sempre sistemare. ‘Cosa dici se ti aiuto a scendere?'”. E così il ragazzo si lascia convincere e cade tra le braccia aperte di Gabriel. “Vieni qui, ti acchiappo io”, avrebbe detto il camionista.
La situazione rimane tesa perché i poliziotti hanno paura che il 19enne possa avere un coltello. Invece il ragazzo salta sul bancone e abbraccia Gabriel senza problemi. “Io e mia moglie ci siamo guardati negli occhi per un attimo: abbiamo fatto una cosa buona, oggi. Poi siamo ripartiti, lui era salvo e non aveva bisogno di noi”.