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Tamponi, la differenza tra antigenici e molecolari: pro e contro

Cosa sono i tamponi rapidi antigenici e quali sono le differenze con i molecolari: i pro e i contro. Cosa cambia

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

I tamponi non sono tutti uguali: oltre ai classici test molecolari che vengono elaborati in 24-48 ore, esistono quelli antigenici rapidi in grado di restituire un risultato in soli 15 minuti. Questi ultimi costituiscono un’arma fondamentale, secondo alcuni esperti, per potenziare la caccia ai positivi e migliorare il controllo dell’epidemia. Il prezzo da pagare, però, è in termini di affidabilità.

Tampone molecolare e antigenico: le differenze

La differenza tra tampone molecolare e antigenico è che il primo cerca il genoma del coronavirus, mentre il secondo va a caccia della proteina Spike del virus.

Entrambi hanno in comune il metodo di somministrazione e il fatto che il test fotografa la situazione attuale dell’infezione e non, come il test sierologico, la presenza di anticorpi.

Il tampone molecolare, o PCR, rimane al momento il test di riferimento per individuare la presenza del coronavirus ed è considerato il più affidabile dalle autorità sanitarie.

Tampone antigenico rapido, cos’è: pro e contro

Il tampone rapido offre una preziosa alternativa ai classici test molecolari, soprattutto in un momento in cui se ne effettuano più di 200mila al giorno in Italia e il sistema si avvia alla saturazione.

Rispetto al tampone tradizionale, che necessità di 24-48 ore per restituire un risultato, il responso di un test antigenico è più veloce: viene elaborato in soli 15 minuti e per questo è stato introdotto per screen rapidi, ad esempio in aeroporto.

Di contro, il tampone rapido potrebbe risultare erroneamente negativo se la carica virale è bassa. Così, si rischia di non riuscire a rilevare un’infezione che in realtà è presente.

Tamponi rapidi, dove farli: l’accordo con i medici e i pediatri

I test antigenici rapidi si potranno fare da medici di famiglia e pediatri di libera scelta. Alcuni giorni fa, infatti, è stato firmato un nuovo accordo collettivo nazionale e il premier Giuseppe Conte ha sottolineato che il Dl Ristori prevede 30 milioni per questa attività.

Sono previsti fino al 31 dicembre 2020 circa 2 milioni di kit. La disponibilità complessiva sarà di “circa 50mila tamponi rapidi antigenici al giorno, da qui a fine dicembre, tra i pediatri di libera scelta ed i medici di famiglia”, ha spiegato il presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), Paolo Biasci.

Tampone rapido, il parere dell’esperto: parla l’immunologo Broccolo

Francesco Broccolo, microbiologo clinico dell’Università di Milano-Bicocca e direttore del laboratorio d’analisi Cerba, ha dichiarato all’Ansa che i laboratori in Italia stanno “arrivando alla saturazione” e “in queste condizioni è più che giustificato il ricorso ai tamponi antigenici rapidi”.

I tamponi rapidi “hanno inevitabilmente una minore sensibilità rispetto ai tamponi molecolari”, ha spiegato il microbiologo. Secondo uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, ha ricordato l’esperto, gli antigenici sono da 100 a 1.000 volte meno sensibili”.

“Sempre più usati soprattutto nello screening dei contatti all’interno di aziende e scuole, questi test “in caso di positività devono comunque essere confermati dal tampone molecolare classico – ha spiegato Broccolo -, per evitare falsi positivi: per questo il loro utilizzo non andrà ad alterare il modo in cui monitoriamo la curva dei contagi”.

Fonte foto: Ansa
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