Smart working nella Pubblica Amministrazione: il nuovo annuncio del ministro Brunetta. La nota ufficiale
Il Dipartimento di Funzione Pubblica ha pubblicato una nota per far chiarezza sul ricorso allo smart working nella Pubblica Amministrazione
La Pubblica Amministrazione non tornerà allo smart working, nonostante l’impennata di contagi Covid registrata negli ultimi giorni in Italia. Ad annunciarlo è stato il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, con una nota diffusa dal Dipartimento della Funzione Pubblica.
Smart working nella PA: la nota ufficiale
Nella nota del Dipartimento della Funzione Pubblica, si legge: “La linea fin qui seguita dal Governo, grazie alle vaccinazioni, al green pass e al super green pass, ha reso pienamente compatibile il massimo livello di apertura delle attività economiche, sociali e culturali con il massimo livello di sicurezza sanitaria”.
Il comunicato prosegue così: “Con riferimento alla richiesta di smart working da parte di alcune sigle sindacali del pubblico impiego, ricordiamo che la normativa e le regole attuali già permettono ampia flessibilità per organizzare sia la presenza, sia il lavoro a distanza, tanto nel lavoro pubblico quanto nel lavoro privato. Le amministrazioni pubbliche, in particolare, possono decidere la rotazione del personale consentendo il lavoro agile anche fino al 49% sulla base di una programmazione mensile, o più lunga”.
E poi: “Ricordiamo, inoltre, che la maggior parte dei dipendenti pubblici sono soggetti all’obbligo di vaccino e, in larghissima maggioranza, sono tenuti alla presenza”.
Poi l’affondo contro i sindacati: “Alla luce della grande flessibilità riconosciuta alle singole amministrazioni e dell’esigua minoranza di dipendenti pubblici che potrebbe realmente lavorare da casa, risulta, dunque, incomprensibile l’invocazione dello smart working per tutto il pubblico impiego. Un ‘tutti a casa’ come sperimentato, in assenza dei vaccini, durante la prima fase della pandemia nel 2020, legato al lockdown generalizzato e alla chiusura di tutte le attività economiche e di tutti i servizi, tranne quelli essenziali. Non è questa la situazione attuale”.
Smart working nella PA: la richiesta dei sindacati
La nota del Dipartimento di Funzione Pubblica risponde ai recenti appelli dei sindacati Fp Cgil, Confintesa, Confsal, Covirp, Flepar e Flp.
Marco Carlomagno e Claudia Ratti, segretari di Flp e Confintesa, si erano anche rivolti direttamente al presidente del Consiglio Mario Draghi. Nelle scorse ore, a loro si è aggiunta, con un nuovo messaggio indirizzato al premier, Tiziana Cignarelli, segretaria generale dei sindacati dei dirigenti e dei professionisti Flepar e Codirp.
Le sue parole riportate da ‘La Repubblica’: “In questi giorni di aumento esponenziale dei contagi è preoccupante che ci si ostini a rinviare o ritardare il rilancio del lavoro agile quale misura di prevenzione dal contagio. Lo smart working è lo strumento più incisivo, derivato dall’emergenza pandemica, per riconfigurare e rimodellare l’organizzazione e il funzionamento della PA., con l’obiettivo di evitare rallentamenti nell’attuazione dei progetti e di disperdere i 25 miliardi di euro dei Fondi Europei”.
Smart working nella PA: le posizioni politiche
La necessità di un maggiore ricorso allo smart working nella Pubblica Amministrazione vede d’accordo il segretario del Pd Enrico Letta e il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte.