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Sindacato di Polizia sul decreto Caivano: Mazzetti chiede agenti a Giorgia Meloni, poi attacca Pd e Lamorgese

Intervista sul decreto Caivano a Valter Mazzetti, segretario generale della Federazione sindacale della Polizia: appello a Meloni e attacco al Pd

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Sull’onda emotiva delle tragiche notizie giunte in questi giorni da Caivano (dove due cuginette 13enni sono state violentate da un gruppo di sei adolescenti) e da Napoli (dove Giovanbattista Cutolo, giovane musicista di 24 anni, è stato ucciso da un 17enne per un parcheggio), i fatti di cronaca si intrecciano con le decisioni della politica. Nel Consiglio dei ministri di giovedì 7 settembre 2023, il Governo presieduto da Giorgia Meloni ha varato il decreto legge che prende il nome proprio dalla cittadina della provincia napoletana. Molte le novità che riguardano la criminalità giovanile, le pene per i minorenni che delinquono e le responsabilità dei genitori. Sul tema, ai microfoni di Virgilio Notizie, è intervenuto Valter Mazzetti, segretario generale della Federazione sindacale della Polizia di Stato (Fsp).

Cosa prevede il decreto Caivano

Il 7 settembre il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera a un decreto contenente una serie di provvedimenti per contrastare la crescente minaccia della criminalità giovanile.

Tante le novità previste dal testo, in particolare sulla riduzione dell’età per la custodia cautelare, la possibile reclusione dei genitori e le nuove sanzioni per i giovani delinquenti. Qui l’approfondimento su tutte le misure del dl Caivano.

polizia caivanoFonte foto: ANSA
Alcuni agenti di polizia durante il blitz a Caivano, Napoli

L’intervista a Valter Mazzetti, segretario generale Fsp

Valter Mazzetti, segretario generale della Federazione sindacale della Polizia di Stato, è stato riconfermato al vertice della sigla nel luglio del 2021. Conosce bene le problematiche che riguardano la sicurezza e la criminalità giovanile, “due aspetti su cui in Italia non si fa abbastanza – dice nell’intervista esclusiva rilasciata a Virgilio Notizie -. C’è un forte grido di dolore che arriva dalle periferie di tutta Italia. Nessuna regione è esente dal fenomeno delle zone degradate“.

Fin dalle prime ore dell’alba di giovedì 7 settembre, in diverse zone d’Italia sono scattati controlli e perquisizioni nell’ambito di due maxi operazioni antimafia. La prima – denominata “Maestrale-Carthago” e coordinata dalla Dda di Catanzaro – ha visto l’impiego di oltre 600 militari sparsi su tutto il territorio nazionale (in manette anche ex sindaci e dirigenti d’azienda). La seconda, compiuta in contemporanea a Roma – nel rione di Tor Bella Monaca – e nei Quartieri Spagnoli di Napoli, ha coinvolto circa 800 agenti, impegnati nelle attività di sequestro di armi, droga e denaro sporco.

Due maxioperazioni antimafia nel giro di poche ore, con centinaia di agenti impiegati su tutto il territorio nazionale…

“Tutte le operazioni di cui si sente parlare sono la testimonianza chiara ed evidente che forze dell’ordine e magistratura sono costantemente e silenziosamente a lavoro. Quel che si legge sui giornali è solo il culmine di un lavoro lungo e delicato. Spesso il cittadino non ha la percezione di quante cose siano necessarie per portare avanti investigazioni di quella portata. Alla base, occorre avere a disposizione un numero sufficiente di uomini e mezzi di livello. I reparti investigativi fanno i salti mortali, in una condizione di sovraesposizione e stress altissimo per gli agenti. La lotta alla criminalità organizzata – specialmente quando si ha a che fare con organizzazioni mafiose potenti e pericolose come la ‘ndrangheta, oggetto dell’operazione Maestrale-Carthago – richiede scelte forti e senza compromessi, per poter avere uomini e mezzi dedicati a singoli obiettivi specifici”.

Come giudica l’ondata di arresti a Roma e Napoli?

“Credo rappresenti un segnale importante. Ovviamente ha creato clamore. Ma, allo stesso tempo, ci sono molte situazioni di violenza e criminalità che troppo spesso vengono taciute. Basta pensare ai dati relativi alle aggressioni fisiche agli agenti, che solo nel 2022 sono state oltre 2.600, più di 7 al giorno, una ogni 3 ore. Bisogna lavorare sulla prevenzione e sull’educazione dei più giovani, riscoprendo anche quel rispetto per i rappresentanti delle Forze dell’ordine, visti troppo spesso come nemici, nonostante siano ai primi posti nell’indice di gradimento degli italiani”.

Il Governo ha approvato il decreto Caivano sulla criminalità giovanile. Come Fsp siete d’accordo con l’arresto per i minori dai 14 anni in su colti in flagranza di reato per spaccio di stupefacenti e violenza a pubblico ufficiale?

“Da anni il nostro sindacato promuove incontri, convegni e attività di ogni genere sul tema della devianza giovanile. È un tema che conosciamo bene, va affrontato in maniera molto seria: si pensi alle baby gang, che in altri Stati sono divenute le priorità e vengono contrastate con molta più forza. Ogni misura che vada in questa direzione è ben accetta, fermo restando che il procedimento minorile deve rimanere improntato alla rieducazione. La sfida più ardua è dare un futuro a questi ragazzi”.

Nel testo vengono introdotti anche il Daspo e l’ammonimento per i 14enni nei casi di risse, violenze e minacce. Sono misure efficaci?

“Sono tutte cose utili, ma occorre avere personale che le possa far rispettare. Per puntare sulla sicurezza, occorre investire sulle idee, ma soprattutto sulle persone. Non bisogna solo prevedere cosa fare, ma anche come farlo, con quali mezzi, con quali risorse umane. La Polizia di Stato vive una cronica carenza negli organici che impone turni massacranti, uno stress psico-fisico estremamente pesante, retribuzioni al di sotto degli standard europei. C’è un’età media troppo elevata e gli agenti lavorano in condizioni al limite del sacrifico sopportabile”.

Come giudicate la multa fino a mille euro per i loro genitori, con carcere fino a 2 anni per chi non li manda a scuola senza un valido motivo?

“Questo è un segnale importante per la difesa del diritto all’istruzione. Il cambiamento dev’essere culturale. In concreto però, mi spiace dirlo, non so quanti subiranno davvero le conseguenze di questa misura“.

Per contrastare il dilagare della violenza tra i giovanissimi può essere utile limitare il loro utilizzo del cellulare?

“Anche un controllo maggiore sui sistemi informatici può aiutare nel contrasto alla criminalità giovanile. Però, ripeto, il problema è come applicare queste norme“.

In generale, a un anno dall’insediamento, giudicate positivo l’atteggiamento del Governo sul tema della sicurezza?

“Fin dallo scorso ottobre abbiamo notato un atteggiamento positivo da parte dell’Esecutivo. Si sente parlare di legalità e di rispetto per le forze dell’ordine. La premier ringrazia spesso gli agenti, cosa non scontata da parte della classe politica. Le abbiamo scritto le nostre priorità in vista della legge di Bilancio, speriamo di proseguire in questo rapporto diretto, franco e collaborativo”.

Dopo la visita di Giorgia Meloni a Caivano, lo scrittore Roberto Saviano ha parlato di “un’inutile sceneggiata di propaganda”. Anche nel Pd hanno usato parole simili, descrivendola come “un’operazione di facciata”. Lei concorda?

Assolutamente no. Lo Stato dimostra attenzione e vicinanza con questo tipo di iniziative, i cittadini si sentono considerati, e si accendono riflettori su zone che rischiano di restare abbandonate nel silenzio. Assumersi degli impegni in queste occasioni, mettendoci la faccia, è certamente una cosa positiva”.

Elly Schlein, segretaria del Partito democratico, non ha nominato un responsabile della sicurezza del suo partito. Le opposizioni stanno sottovalutando questo tema?

“Perché la Schlein non abbia nominato un responsabile della sicurezza non lo so. Le convinzioni personali strettamente politiche di personaggi pubblici, sinceramente, non ci appassionano. Per quanto sia inevitabile rilevare che di sicurezza, di lotta alle mafie e di criminalità, nelle ultime espressioni di Governo del Partito democratico non si sia parlato“.

Da segretario generale di Fsp, come giudica il vostro rapporto con il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi? State lavorando meglio o peggio rispetto a quando c’era Luciana Lamorgese?

“Con il ministro Piantedosi ci lega un rapporto di grande correttezza e rispetto reciproco. Manteniamo con lui un confronto vivo, schietto e aperto, meno distante e distaccato di quel che abbiamo potuto avere con l’ex ministro Lamorgese che, tanto per dirne una, più di una volta si è rifiutata anche solo di incontrarci o partecipare a nostre iniziative. Governo e sindacato sono due facce sella stessa medaglia, non bisogna creare opposizione, ma promuovere un confronto vivo, schietto e aperto”.

Migliaia di agenti contro la malavita e il crimine organizzato: tutti i numeri di Fsp

Sono oltre 12 mila gli agenti della Polizia di Stato iscritti alla Federazione sindacale Fsp, secondo l’ultimo report diffuso dal ministero dell’Interno ad inizio 2023. In generale, oltre il 90% di tutto il personale attivo in Italia è sindacalizzato: si tratta di un’eccezione per quanto riguarda il pubblico impiego, dove sono moltissimi i lavoratori ad aver abbandonato le associazioni di categoria nel corso degli ultimi anni.

Nella classifica dei sindacati con il numero più alto di iscritti, Fsp si piazza al terzo posto, a pari merito con il Siap (Sindacato italiano appartenenti alla Polizia). Circa 5mila adesioni in più per il Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), mentre al primo posto stacca tutti la Siulp, acronimo di Sindacato Italiano Unitario dei Lavoratori di Polizia, che vanta circa 25 mila iscritti.

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