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Sbloccato il processo per l'omicidio di Giulio Regeni: per la Corte si procede anche in assenza degli imputati

La Corte Costituzionale ha stabilito che il processo per l'omicidio di Giulio Regeni può proseguire anche in assenza dei tre imputati

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Importante via libera dalla Corte Costituzionale all’atteso processo per l’omicidio di Giulio Regeni. La decisione, fondamentale per proseguire, arriva nel merito della questione di legittimità sollevata dal Gip del Tribunale di Roma. Il nodo riguardava la possibilità di procedere anche in assenza degli imputati: è un passo in avanti importante nell’ottica di fare giustizia sul tragico evento che ha suscitato grande indignazione a livello internazionale

Il blocco al processo

Gli imputati nel processo sono Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi e Magdi Ibrahim Abedal Sharif. Tutti e quattro sono accusati di essere legati ai servizi segreti egiziani, citati come responsabili del sequestro, delle torture e della morte di Giulio Regeni.

Il caso sembrava essere bloccato da ostacoli giuridici, tuttavia la Corte Costituzionale ha recentemente esaminato la questione di legittimità sollevata dal Gip del Tribunale di Roma, relativa alla celebrazione del processo per il sequestro e l’omicidio di Giulio Regeni.


Il processo sul caso Regeni è stato sbloccato dalla Corte Costituzionale: si svolgerà anche in assenza degli imputati

Cosa ha stabilito la Corte

Questa decisione è un passo significativo verso la ricerca della verità e della giustizia per Giulio Regeni. In attesa delle motivazioni, la Corte ha dichiarato “l’illegittimità costituzionale dell’art. 420-bis, comma 3, del codice di procedura penale, nella parte in cui non prevede che il giudice procede in assenza per i delitti commessi mediante gli atti di tortura definiti dall’art. 1, comma 1, della Convenzione di New York contro la tortura, quando, a causa della mancata assistenza dello Stato di appartenenza dell’imputato, è impossibile avere la prova che quest’ultimo, pur consapevole del procedimento, sia stato messo a conoscenza della pendenza del processo, fatto salvo il diritto dell’imputato stesso a un nuovo processo in presenza per il riesame del merito della causa”.

In soldoni, la questione di legittimità sollevata in precedenza non blocca il processo che potrà essere avviato anche in assenza degli imputati, specificatamente per i reati evidenziati nell’articolo esaminato dalla Corte. Allo stesso tempo, viene salvaguardato il diritto dell’imputato a un nuovo processo in presenza per il riesame del merito della causa.

Il procuratore Lo Voi: “Grande soddisfazione”

“Grande soddisfazione sicuramente per la possibilità di celebrare un processo secondo le nostre norme costituzionali che restano il faro del nostro lavoro” ha commentato il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi.

“Per il resto aspettiamo le motivazioni per vedere come procedere sperando di trovare la parte civile al nostro fianco nelle fasi successive” ha aggiunto.

La famiglia Regeni: “Avevamo ragione”

“Avevamo ragione noi” ha commentato la famiglia di Giulio Regeni, una volta appresa la decisione della Corte Costituzionale che ha ribaltato la situazione dopo l’iniziale blocco a procedere.

“Ripugnava al senso comune di giustizia che il processo per il sequestro le torture e l’uccisione di Giulio non potesse essere celebrato a causa dell’ostruzionismo della dittatura di al-Sisi per conto della quale i quattro imputati hanno commesso questi terribili delitti”.

“In effetti come ha scritto il Gup Ranazzi nella sua ordinanza ‘non esiste processo più ingiusto di quello che non si può instaurare per volontà di un’autorità di governo'” ha dichiarato la famiglia. “Abbiamo dovuto resistere contro questa volontà dittatoriale per sette anni e mezzo confidando comunque sempre nei principi costituzionali della nostra democrazia”.

I familiari di Giulio Regeni hanno concluso la dichiarazione ringraziando tutti coloro che in questi anni hanno sostenuto la loro causa alla ricerca della verità per Giulio Regeni, con menzione particolare per la procura di Roma, per il dottor Colaiocco e la scorta mediatica.

Fonte foto: ANSA

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