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"Così è stato torturato e ucciso Giulio Regeni": la testimonianza

L'atto di chiusura delle indagini per la morte di Giulio Regeni fa luce sulle ultime ore del giovane, che sarebbe stato torturato e ucciso

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Le ombre attorno alla morte di Giulio Regeni, il giovane ricercatore scomparso e ritrovato senza vita in Egitto nel gennaio del 2016 iniziano finalmente a diradarsi. Nell’atto finale dell’inchiesta della procura di Roma, come riporta l’Ansa, i pm hanno emesso quattro avvisi di chiusura delle indagini, che preannunciano la richiesta di processo, verso quattro persone appartenenti ai servizi segreti egiziani.

Giulio Regeni, dalle torture alla morte: il racconto del testimone

Uno dei testimoni sentiti dai magistrati di Roma ha raccontato le terribili sevizie subite dal giovane poco prima di morire. “Ho visto Giulio ammanettato a terra con segni di tortura sul torace”, ha detto il teste.

“Ho lavorato per 15 anni nella sede della National Security dove Giulio è stato ucciso. È una villa che risale ai tempi di Nasser – ha spiegato il testimone citato durante l’audizione – poi sfruttata dagli organi investigativi. Al primo piano della struttura c’è la stanza 13 dove vengono portati gli stranieri sospettati di avere tramato contro la sicurezza nazionale“.

“Il 28 o 29 gennaio ho visto Regeni in quella stanza con ufficiali e agenti. C’erano catene di ferro con cui legavano le persone, lui era mezzo nudo e aveva sul torace segni di tortura e parlava in italiano. Delirava, era molto magro. Era sdraiato a terra con il viso riverso, ammanettato. Dietro la schiena aveva dei segni, anche se sono passati anni ricordo quella scena. L’ho riconosciuto alcuni giorni dopo da foto sui giornali e ho capito che era lui”, ha raccontato il testimone.

Il giovane ricercatore sarebbe stato torturato per giorni, subendo “acute sofferenze fisiche” anche attraverso oggetti roventi, calci, pugni, lame e bastoni. È questo l’atroce quadro che descrive le ultime ore di vita di Giulio Regeni, fornito dai magistrati di Roma durante l’atto di chiusura delle indagini.

La morte di Regeni come “atto volontario e autonomo” di Sharif

Secondo quanto riporta l’Ansa, citando l’atto conclusivo delle indagini, a infliggere le torture e infine la morte sarebbe stato il maggiore Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Su di lui pende l’accusa di sequestro, lesioni gravissime e omicidio aggravato.

Il giovane sarebbe stato ucciso in un “atto volontario e autonomo” da parte dell’indagato “al fine di occultare la commissione dei delitti suindicati, abusando dei suoi poteri di pubblico ufficiale egiziano”, hanno scritto i magistrati.

Sharif, “con sevizie e crudeltà, mediante una violenta azione contusiva, esercitata sui vari distretti corporei cranico-cervico-dorsali, cagionava imponenti lesioni di natura traumatica a Regeni da cui conseguiva una insufficienza respiratoria acuta di tipo centrale che lo portava a morte”, sottolineano i pm.

La commozione di Paola Regeni, madre di Giulio

La madre di Giulio Regeni, durante una conferenza stampa alla Camera, ha dichiarato: “Nessuno avrebbe pensato di arrivare dove siamo oggi. Oggi è una tappa importante per la democrazia italiana e per l’Egitto. Niente ci ferma. La nostra lotta di famiglia è diventata una lotta di civilità per i diritti umani, che è come se agisse Giulio. Giulio è diventato uno specchio che riverbera in tutto il mondo come vengono violati i diritti umani in Egitto ogni giorno”.

giulio-regeni Fonte foto: ANSA
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