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CRONACA NERA

Saman Abbas: corpo 3 metri sottoterra coperto dai detriti. Per recuperarlo servirà un archeologo

Quello che con ogni probabilità è il corpo di Saman Abbas giace 3 metri sottoterra, coperto dai detriti. Il recuperò sarà effettuato da un archeologo

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il corpo di Saman Abbas si trova tre metri sotto terra, sepolto direttamente nel terreno senza alcuna protezione e posto sotto un cumulo di rottami e materiali inerti, sparsi sul cadavere forse per impedire agli animali di scavare. Il tutto è poi stato ricoperto con uno strato di terra argillosa. Anche se senza l’esame del Dna non può esserci la certezza scientifica che si tratti di Saman, i riscontri investigativi sono pressoché inequivocabili.

Zona indicata dallo zio di Saman

A indicare la presenza del cadavere nel terreno circostante un casolare agricolo in disuso in contrada Reatino, nelle campagne di Novellara è stato lo zio di Saman, Danish Hasnain.

Un sopralluogo delle forze dell’ordine ieri pomeriggio ha confermato la presenza di resti umani. I rilievi sono durati circa 45 minuti e sono stati coordinati dal perito della Procura, la dottoressa Cristina Cattaneo.

Sul posto, oltre alle forze dell’ordine, anche avvocati e consulenti di parte, vigili del fuoco e la pm Laura Galli.

Come uno scavo archeologico

I lavori di scavo saranno predisposti da un archeologo. Per evitare di danneggiare il corpo si procederà a mano, senza ruspe, e con l’aiuto di un setaccio. Proprio come si procede nelle operazioni di scavo nelle aree archeologiche.

Le indagini della sezione scientifica dei carabinieri sul luogo in cui sarebbe sepolta Saman.

Sessanta giorni per la perizia

Il ‘Resto del Carlino’ riporta una dichiarazione dell’avvocata Barbara Iannuncelli, che assiste l’associazione Penelope Emilia Romagna, che si è costituita parte civile nel processo.

“La zona è stata coperta con un gazebo per essere messa in sicurezza. Ma il rischio di crolli è evidente”, spiega la legale.

“Mentre eravamo sul luogo dello scavo c’erano tegole che, sopra di noi, si muovevano, pronte a cadere al suolo”.

“Sarà un lavoro lungo e difficile. Si è parlato di almeno due settimane di lavoro, poi i resti saranno trasferiti all’obitorio di Milano, dove saranno a disposizione anche le attrezzature diagnostiche dell’ospedale, per effettuare tomografie e radiografie”.

“Dopo il recupero – conclude l’avvocata Barbara Iannuncelli – ci vorranno sessanta giorni per ottenere la perizia“.

Fonte foto: ANSA

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