Ricetta elettronica, prorogata norma sulla prescrizione via sms o email: la svolta dopo le proteste dei medici
Il Governo Meloni, dopo le polemiche di medici e farmacisti, ha prorogato la norma sulla ricetta elettronica via sms o email: cosa è stato deciso
Dopo le polemiche di medici e farmacisti (e non solo), il Governo Meloni ha deciso di prorogare la norma sulla prescrizione della ricetta medica via sms o email. In cosa consiste, nel dettaglio, la proroga della ricetta dematerializzata.
- Cos'è la ricetta dematerializzata
- La decisione del Governo Meloni sulla ricetta elettronica
- La richiesta dei medici
- Le proteste dei cittadini "vip"
Cos’è la ricetta dematerializzata
Con ‘ricetta dematerializzata’ si intende la versione elettronica della tradizionale ricetta rossa cartacea.
È stata adottata anche negli ultimi anni in Italia, ma fino al 2020 è stata sempre accompagnata da un promemoria cartaceo, che ogni paziente doveva ritirare nello studio del proprio medico.
La ricetta elettronica prevede la completa informatizzazione, eliminando proprio il supporto cartaceo: per questo si parla di ‘dematerializzazione’.
La decisione del Governo Meloni sulla ricetta elettronica
A poche ore di distanza dall’allarme scattato per la scadenza della norma sulla prescrizione della ricetta elettronica, fissata al 31 dicembre 2022, il Governo Meloni ha deciso di prorogare la misura che era stata introdotta con ordinanza della Protezione civile durante l’emergenza Covid-19.
La proroga di un anno della possibilità di ricevere le ricette mediche via sms o email è arrivata con il decreto Milleproroghe, approvato nella mattinata di martedì 21 dicembre dal Consiglio dei Ministri.
La richiesta dei medici
‘La Repubblica’ riporta le dichiarazioni del presidente della Federazione degli ordine dei medici Filippo Anelli: “La carenza dell’attivazione del fascicolo sanitario elettronico in tutte le regioni e la mancata attivazione da parte di tantissimi cittadini di questo strumento rischia di farci tornare indietro. Ecco perché credo che sia necessaria una proroga di questa norma, che finora ci ha consentito di svolgere in maniera così efficiente il servizio della ricettazione e di avviare poi il confronto con le regioni per migliorare sempre di più l’attivazione del fascicolo sanitario elettronico, che sarebbe la vera soluzione del problema”.
Lo stesso Anelli ha aggiunto: “Il sistema ha risparmiato milioni di tonnellate di carte e i servizi sono migliorati nettamente, perché la ripetizione di una ricetta cronica è diventata di una semplicità unica. Ma non solo: è riuscita a sgravare moltissimo il medico da quel tipo di pressione che avveniva durante lo svolgimento del suo lavoro in ambulatorio perché si poteva dedicare finalmente alle visite e le ricette le poteva fare in un secondo momento”.
Le proteste dei cittadini “vip”
Anche alcuni cittadini “vip” avevano protestato via social sulla possibile revoca della norma sulla prescrizione della ricetta medica via sms o email. Myrta Merlino, giornalista e conduttrice de ‘L’aria che tira’, aveva scritto su ‘Twitter’: “Prima il pos, poi lo spid, ora addio alla ricetta medica via mail o sms. Cosa succederà di questo passo? Un emendamento che introduce il ritorno del fax? Vedremo di nuovo le cabine telefoniche per strada per limitare l’uso dei cellulari?”.
Dopo la notizia della proroga, la stessa Myrta Merlino ha commentato: “Proroga di un anno per le ricette digitali. Appena in tempo. Tutto è bene quel che finisce bene, ma….perché non per sempre?”.
Questo, invece, il tweet di Alessandro Gassmann pubblicato nella giornata di lunedì 20 dicembre: “Quale sarà il vantaggio concreto per noi cittadini e per i medici ,quando entrerà in vigore la legge che abolisce le ricette mediche via mail? Domanda seria che richiede risposte serie, grazie”. Poi si era corretto: “Ps Mi sono espresso male: non si tratta di una nuova legge,ma dell’abrogazione di una misura di emergenza che era stata introdotta per il covid. Ma se funziona perché non prorogarla? Si risparmia tempo, si hanno ricette senza fare file e si inquina meno non dovendo andare all’ASL”.