Ricetta medica, scade la norma sulla prescrizione elettronica via mail o sms. Protestano medici e farmacisti
Decade la norma introdotta durante la pandemia per permettere ai pazienti di ricevere i codici delle prescrizioni farmaceutiche sul telefono
A meno di una proroga la fine del 2022 farà scattare lo stop all’utilizzo delle ricette inviate via mail o sms dai medici di famiglia ai pazienti per il ritiro dei farmaci in farmacia. Infatti la norma in scadenza il 31 dicembre non è al momento ancora stata confermata per il 2023. Conseguentemente si tornerà di nuovo alle prescrizioni cartacee da ritirare di persona negli ambulatori. I camici bianchi hanno lanciato un appello al ministro della Salute Orazio Schillaci affinché non si torni indietro.
- Ricette mediche elettroniche, l'ordinanza al tempo del Covid
- Medici e farmacisti contro lo stop delle prescrizioni via mail o sms
- Possibile proroga in Consiglio dei Ministri
- Confermato l'obbligo della mascherina negli ospedali
Ricette mediche elettroniche, l’ordinanza al tempo del Covid
La prescrizione dematerializzata era stata introdotta nel marzo del 2020 per far fronte all’emergenza pandemica ed era poi stata prorogata fino al termine del 2022.
Grazie all’ordinanza i cittadini hanno avuto la possibilità di evitare di recarsi fisicamente nello studio del proprio medico per ritirare la ricetta cartacea e di ricevere invece direttamente sul telefono il codice da utilizzare per acquistare i farmaci.
L’alternativa al classico promemoria di colore rosso ha permesso negli ultimi due anni di semplificare l’accesso ai servizi sanitari, ridurre la burocrazia e limitare gli affollamenti presso gli ambulatori. Per questo il comparto dei farmacisti e dei medici di base chiede in maniera unanime la conferma della norma.
Medici e farmacisti contro lo stop delle prescrizioni via mail o sms
Secondo quando reso noto da Marco Cossolo di Federfarma, la Federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani, c’è la volontà di andare avanti con le stesse modalità. “Siamo sempre disponibili a collaborare”, ha specificato.
Lo Smi, Sindacato medici italiani, ha preso posizione scrivendo una lettera al ministro Schillaci. “Chiediamo la proroga dell’utilizzo della ricetta dematerializzata almeno per un anno e un provvedimento che renda il suo utilizzo strutturale”, ha affermato la segretaria generale Pina Onotri.
I medici di famiglia, di continuità assistenziale e dell’emergenza territoriale, ha aggiunto, “sono carenti in tutta Italia e al tempo stesso sono sempre più oberati da impropri carichi burocratici“.
Anche per questo secondo il suo parere il ritorno alla ricetta cartacea “rappresenterebbe un salto indietro”. Sulla stessa onda Silvestro Scotti del sindacato Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale: “Serve una risposta a breve, altrimenti si torna al passato“.
Filippo Anelli, presidente Fnomceo, la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, ha detto di aspettarsi “una risposta positiva su una eventuale proroga”. “Sappiamo che il tema è sul tavolo”, ha precisato, aggiungendo di essere certo che il ministro della Salute “mostrerà la sua attenzione verso l’argomento”.
Il ministro della Salute Orazio Schillaci
Possibile proroga in Consiglio dei Ministri
Le numerose richieste del settore medico e farmaceutico di prorogare la prescrizione dematerializzata delle ricette sembrerebbero aver trovato un positivo riscontro nel governo: secondo quanto si legge su ‘Il Sole 24 Ore’, la conferma dell’ordinanza per il 2023 dovrebbe essere presente nel decreto Milleproroghe al centro del Consiglio dei Ministri di mercoledì 21 dicembre.
Confermato l’obbligo della mascherina negli ospedali
In attesa dell’ufficialità, Orazio Schillaci ha annunciato a ‘Adnkronos Live’ che l’obbligo di indossare la mascherina negli ospedali, nelle strutture sanitare e nelle Rsa “sarà prorogato almeno fino alla primavera”.
Il ministro della Salute ha tenuto a sottolineare di non aver mai pensato di eliminare il provvedimento. “Indossare le mascherine in ospedale è una forma di rispetto verso i pazienti più deboli”, ha evidenziato.