Renato Caiafa e la morte di Arcangelo Correra, il racconto della sfida del cugino a sparare con la pistola
Il racconto di Renato Caiafa, il ragazzo che ha sparato al cugino Arcangelo Correra per sfida e lo ha ucciso
La sfida a sparare. Racconta così Renato Caiafa gli ultimi attimi del cugino Arcangelo Correra, poco prima che un colpo di pistola partito da un’arma che teneva in mano lo uccidesse.
- Il racconto di Renato Caiafa
- Le indagini della polizia
- Cambia l'accusa: omicidio volontario con dolo eventuale
Il racconto di Renato Caiafa
Renato Caiafa, il giovane di 19 anni che ha ucciso con un colpo di pistola il cugino Arcangelo Correra, ha raccontato ai magistrati come si sarebbero svolti i fatti il 9 novembre a Napoli.
I due giovani avrebbero trovato una pistola in una piazzetta e avrebbero cominciato a giocarci, inconsapevoli che l’arma avesse il colpo in canna: “Arcangelo mi sfidava a sparare, mostrando il petto” ha dichiarato Caiafa.
“Tutti guardavano nella direzione e, una volta esploso il colpo, tutti gli altri avevano urlato ‘cosa hai fatto?’ Mi sono reso conto che era un’arma vera quando ho visto il sangue di mio cugino” avrebbe detto il giovane.
Le indagini della polizia
Fin dai primi momenti dopo la disperata corsa in ospedale dei ragazzi, conclusasi con la morte di Correra, la polizia ha iniziato a indagare per chiarire cosa fosse successo e verificare le affermazioni di Caiafa.
I due cugini infatti non erano da soli, ma in compagnia di altri amici quando è successo il fatto. Le loro testimonianze incrociate saranno fondamentali per chiarire cosa sia successo.
Caiafa, oltre che dell’omicidio del cugino, è accusato anche di porto clandestino di arma da sparo in luogo pubblico. Senza questa contestazione di reato, sarebbe rimasto a piede libero, riporta l’agenzia Agi.
Cambia l’accusa: omicidio volontario con dolo eventuale
Durante le indagini è cambiata anche l’accusa che gli investigatori hanno rivolto a Caiafa. L’omicidio è passato da colposo a volontario, con dolo eventuale.
La differenza tra i due reati è sottile. In un omicidio volontario con dolo eventuale, il responsabile non cerca di commettere il reato contestato, ma ha messo in conto che possa accadere.
L’omicidio colposo invece prevede che il responsabile della morte di una persona abbia agito in maniera negligente, ma non abbia messo in conto con ragionevolezza che le sue azioni potessero portare alla morte di un’altra persona.