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Protesta contro la guerra a Gaza alla Scala di Milano: striscioni e urla alla prova del Concerto di Natale

Al termine della prova generale del Concerto di Natale alla Scala di Milano è scattata la protesta contro la guerra a Gaza: cosa è successo

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

Sabato 23 dicembre, al teatro alla Scala di Milano, è andata in scena una protesta contro la guerra nella striscia di Gaza.

Cosa è successo alla Scala di Milano

Al termine della prova generale del Concerto di Natale diretto da Daniel Harding, alla Scala di Milano sono stati srotolati due striscioni con le scritte “Stop Bombing Gaza” (“Basta bombardamenti a Gaza”) e “Basta genocidio a Gaza”.

Uno spettatore si è alzato in piedi e ha mostrato la bandiera palestinese, mentre un altro ha detto: “In questo momento ci sono bombe che stanno colpendo nel mondo a Gaza, come in Ucraina, come in Chad, come in Congo, come in Etiopia. E allora basta bombe e basta armamenti nel mondo”.

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La spiegazione della protesta

Come spiegato da Franco, uno dei partecipanti alla protesta, in alcune dichiarazioni riportate da ‘Rainews’. si è trattato di un “flash mob nato dal passaparola all’ultimo momento“.

Poi ha aggiunto: “Nessuno ci ha identificato e siamo stati anche applauditi. Siamo compagni misti, non è una associazione o organizzazione. Partecipiamo alle manifestazioni del sabato” pro Palestina “e tra noi ci chiedevamo se c’era il modo di essere più visibili”.

Al flash mob organizzato alla Scala di Milano potrebbero seguirne altri. “Stiamo valutando”, ha concluso Franco.

La protesta contro la guerra a Gaza è andata in scena alla prova generale del Concerto di Natale al teatro alla Scala di Milano (in foto), sabato 23 dicembre.

Il precedente alla Scala di Milano

In occasione della Prima della Scala di Milano, lo scorso giovedì 7 dicembre, c’era stato un altro fuoriprogramma: in quel caso, il loggionista Marco Vizzardelli, dopo l’esecuzione dell’inno d’Italia, aveva urlato: “Viva l’Italia antifascista!“. Poco dopo, era stato identificato dalla Digos.

In una nota, la Polizia di Stato aveva poi chiarito: “L’identificazione è stata effettuata quale ordinaria modalità di controllo preventivo per garantire la sicurezza della rappresentazione. L’iniziativa non è stata assolutamente determinata dal contenuto della frase pronunciata, ma dalle particolari circostanze, considerate le manifestazioni di dissenso poste in essere nel pomeriggio in città e la diretta televisiva dell’evento che avrebbe potuto essere di stimolo per iniziative finalizzate a turbarne il regolare svolgimento”.

Fonte foto: ANSA & X Paolo Mossetti

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