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Problema delle liste d'attesa negli asili nido in Italia, allarme Istat: divario netto col resto d'Europa

Grave la situazione degli asili nido in Italia: mancano i posti, una struttura su due è satura e non riesce ad accogliere altri bimbi

Pubblicato:

Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Gli asili nido sono spesso un cruccio per le mamme e i papà italiani, fra posti insufficienti a coprire le richieste e rette care. Con il suo ultimo report, l’Istat fotografa una situazione impietosa che vede un’Italia sostanzialmente tagliata al metà, con il Sud penalizzato, e una media nazionale ben al di sotto di quella europea.

Asili nido e liste d’attesa

Il 50% degli asili nido nazionali ha lunghe liste d’attesa con bambini che sostanzialmente non riusciranno ad essere accolti.

Meno di una struttura per l’infanzia su 10 prevede l’esenzione totale della retta per le condizioni economiche del nucleo familiare.

E ciò avviene nonostante i bimbi appartenenti alle famiglia meno abbienti abbiano minori possibilità di accedere ai servizi per l’infanzia.

Italia sotto la media europea

In Italia meno del 30% dei bambini sotto i 3 anni riesce a trovare un posto nei nido. La media europea è del 37,9%.

Ma tale media è ben al di sotto della situazione registrata in due fra i Paesi europei a noi più vicini: Francia e Spagna si assestano al di sopra del 50%.

Più si sale, più la situazione migliora: in Danimarca e Olanda, ad esempio, le percentuali schizzano rispettivamente al 69,1% e al 74,2%.

La situazione nelle varie regioni

La situazione è quella di un’Italia a più velocità. Sommando i posti nelle strutture pubbliche e in quelle private per i bambini da 0 a 2 anni il contesto è il seguente:

  • Nord-ovest – 31,5 posti ogni 100 bambini;
  • Nord-est – 36,2 posti ogni 100 bambini;
  • Centro – 36,7 posti ogni 100 bambini;
  • Sud – 16,0 posti ogni 100 bambini;
  • Isole – 16,6 posti ogni 100 bambini.

A livello regionale l’Umbria è il territorio con il più alto livello di copertura (43,7%). Seguono Emilia-Romagna (41,6%), Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Trento (41,1%).

La Toscana, il Friuli-Venezia Giulia e il Lazio si attestano sopra la soglia del 33% (rispettivamente 38,4%, 36,8% e 36,1%).

Di contro, fra le regioni del Sud, restano ancora al di sotto del 15% Campania, Sicilia e Calabria (11,7%, 13% e 14,6% rispettivamente), mentre la Sardegna con il 32,5% fa registrare il livello più alto.

I capoluoghi di provincia hanno una copertura media del 35,3%. I comuni non capoluogo nel loro insieme hanno una copertura di posti inferiori di 10 punti percentuali e pari al 24,9%.

Per approfondire, si rimanda al report sull’offerta di nidi e servizi integrativi per la prima infanzia, anno educativo 2021/2022, sul sito dell’Istat.

Fonte foto: 123RF

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