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Pompei, sale su un monumento per un selfie: caccia alla turista

Una turista, di cui al momento non si conosce l'identità, è salita sul tetto delle Terme centrali a Pompei: rischia fino a un anno di reclusione

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Una turista è salita sul tetto delle Terme centrali, negli Scavi di Pompei, per scattare delle foto, violando il divieto e infrangendo il regolamento del Parco archeologico in cui si proibisce espressamente di salire, sedersi o appoggiarsi ai monumenti del sito. La donna è stata a sua volta fotografata, rischia un periodo di reclusione da tre mesi a un anno, oltre a una multa tra i mille ai 3 mila euro. La Soprintendenza ha quindi aperto un’indagine. Lo ha reso noto l’Ansa.

La vicenda risale a Ferragosto, la foto della donna è circolata sui social attirando tantissime critiche.

Turista a Pompei, come può essere identificata

Al momento non è stata resa nota né l’identità né la nazionalità della turista, ma i biglietti prenotati sono nominativi e quindi, qualora la Soprintendenza ritenesse opportuno identificare la turista per sanzionarla, si potrebbe risalire alle sue generalità incrociando le immagini delle telecamere al momento dell’ingresso con il nome impresso sul biglietto (a patto che la donna non abbia fornito un falso nominativo).

Le Terme centrali, che sorgono all’incrocio tra via di Nola e via Stabiana e si sviluppano sullo spazio di un intero isolato, l’insula 4 della Regio IX, arrivano ad un’altezza di tre metri.

Chi conosce il complesso termale, aperto al pubblico dal 25 novembre dello scorso anno, è a conoscenza dell’esistenza di una scalinata che porta fino al tetto del vasto complesso. Scalinata naturalmente vietata ai turisti.

Turisti indisciplinati, danneggiata statua del Canova

A fine luglio un turista austriaco si era seduto sulla Paolina Borghese, una statua ottocentesca del Canova, per scattarsi un selfie. La messa in posa aveva causato un danneggiamento all’opera, precisamente la rottura delle dita di un piede.

Il fatto, avvenuto nel museo di Possagno (Treviso), era stato denunciato da Vittorio Sgarbi, presidente della Fondazione Antonio Canova.

Fonte foto: Ansa

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