Pensioni, Meloni studia l'"Opzione Uomo" per il dopo Fornero: cos'è e cosa prevede
Cos'è l'Opzione Uomo, la soluzione studiata da Giorgia Meloni per consentire di andare in pensione in anticipo con un ricalcolo dell'assegno
Con la scadenza di Quota 102, Opzione Donna e Ape Sociale sempre più vicina (in tutti e tre i casi la data limite è attualmente fissata al 31 dicembre 2022), Giorgia Meloni sta valutando una nuova soluzione per evitare, in assenza di proroghe, al ritorno dei requisiti Fornero (67 anni di vecchiaia con 20 di contributi oppure 42 anni e 10 mesi di contributi a prescindere dall’età, con un anno in meno per le donne).
- Cos'è l'Opzione Uomo studiata da Giorgia Meloni per le pensioni
- Le dichiarazioni di Giorgia Meloni
- Quota 41: l'ipotesi della Lega
Cos’è l’Opzione Uomo studiata da Giorgia Meloni per le pensioni
Giorgia Meloni, come riferito da ‘La Repubblica’, sta pensando alla cosiddetta “Opzione Uomo“, cioè a una pensione anticipata a 58-59 anni con 35 anni di contributi e ricalcolo dell’assegno tutto contributivo, come già accade per Opzione Donna.
Il meccanismo darebbe, quindi, la possibilità di andare in pensione prima anche agli uomini, ma con una riduzione dell’assegno che, stando alle simulazioni fatte per ‘La Repubblica’ da ‘smileconomy’, potrebbe oscillare tra il 13% e il 31% dell’assegno, a seconda dei casi.
Le dichiarazioni di Giorgia Meloni
Prima del voto che ha sancito la vittoria di Fratelli d’Italia alle Elezioni Politiche, Giorgia Meloni aveva dichiarato a proposito delle pensioni in Italia: “Vanno combattute le ingiustizie del sistema pensionistico”. Su Opzione Donna aveva preannunciato: “Un meccanismo simile potrebbe essere studiato per le pensioni degli uomini”.
Quota 41: l’ipotesi della Lega
Quella di “Opzione Uomo” non è l’unica ipotesi presa in considerazione dal centrodestra per il sistema pensionistico italiano.
La Lega aveva proposto, infatti, la cosiddetta “Quota 41“, una soluzione che permetterebbe di andare in pensione a chi ha almeno 41 anni di contribuiti (con il sistema attuale, invece, la pensione anticipata scatta alla soglia di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne).
Si tratta, si legge su ‘La Repubblica’, di una misura molto costosa per l’Inps (18 miliardi in 3 anni), mentre lo è meno per la stessa Lega di Matteo Salvini (4 miliardi per quanto riguarda il primo anno e poi 5 miliardi all’anno).