Pensione a 64 anni nell'emendamento in Manovra 2025, come cambia la flessibilità in uscita
Grazie a un emendamento della Lega viene introdotto in Manovra 2025 un sistema per andare in pensione a 64 anni: ecco le condizioni per l'uscita
Un emendamento in Manovra 2025 permetterà di andare in pensione a 64 anni: è la novità interessante prevista nella legge di Bilancio e che riguarda principalmente i lavoratori assunti dopo il 1996. Il pensionamento sarà possibile cumulando i contributi del fondo complementare, a condizione di avere almeno 20 anni di versamenti nel regime contributivo.
- Con la Manovra in pensione a 64 anni: ecco come
- Come funziona la pensione a 64 anni
- Il commento del sottosegretario Durigon
Con la Manovra in pensione a 64 anni: ecco come
La principale novità sulla pensione viene introdotta da un emendamento alla legge di Bilancio, pensato per offrire maggiore flessibilità nell’accesso all’assegno previdenziale.
Con la Manovra 2025, quindi, basterà aver compiuto 64 anni per richiedere di andare in pensione, combinando i contributi del fondo complementare, ma solo se si hanno almeno 20 anni di versamenti e si rientra nel regime contributivo.
Gabriele Fava, presidente dell’Inps
Al momento, questa soluzione riguarda solo un numero limitato di persone, ovvero coloro che lavorano sotto il regime contributivo. Si tratta dei dipendenti assunti dopo il 1996, con al massimo 28 anni di contributi. Si prevede invece che l’impatto maggiore si verificherà partire dal 2030.
Come funziona la pensione a 64 anni
L’intervento si muove nell’ottica di assicurare una maggiore flessibilità al sistema pensionistico, con la possibilità di sommare l’importo della pensione obbligatoria con quello derivante dai fondi complementari.
L’intento è di creare un precedente che, in futuro, possa essere esteso anche ai lavoratori assunti prima del 1996, coinvolgendo in tal caso, secondo le stime, circa 80mila persone.
La legislazione attuale permette ai lavoratori con almeno 20 anni di contributi di andare in pensione a 64 anni, ma solo se l’importo della pensione raggiunge almeno tre volte l’importo minimo per gli uomini e 2,8 volte per le donne.
La novità sta proprio nel fatto che, per arrivare a tale somma, è ora possibile includere anche la rendita derivante dal fondo pensionistico complementare.
Il commento del sottosegretario Durigon
A presentare l’emendamento in Manovra è stata la deputata della Lega Tiziana Nisini. “Per la prima volta nella previdenza italiana si potranno cumulare la previdenza obbligatoria e quella complementare” ha commentato il sottosegretario al lavoro Claudio Durigon “per raggiungere un assegno pensionistico pari a tre volte il minimo, riuscendo ad anticipare la pensione a 64 anni”.
Secondo il sottosegretario si tratta di un provvedimento che va al nodo del problema delle pensioni più povere, operando sull’aumento in virtù di un sistema contributivo più prevalente.