Pagamento pensioni gennaio 2025 e cedolino in ritardo, quando arriva: le date
Le pensioni di gennaio 2025 arriveranno con un giorno di ritardo: il cedolino presenterà un lieve aumento, ma anche possibili brutte sorprese
Ci sarà un giorno di ritardo nel pagamento delle pensioni a inizio 2025: la prima data bancabile sarà il 3 gennaio e l’importo sul cedolino sarà variabile. Se è vero infatti che sono previsti aumenti legati alla rivalutazione, alcuni pensionati potrebbero subire riduzioni per conguagli fiscali, con significativi tagli all’assegno.
- Quando avviene il pagamento delle pensioni
- Gli aumenti sul cedolino di gennaio 2025
- Aumenti pensioni 2025, come funziona
- Le possibili riduzioni sul cedolino
- Chi rischia una pensione più bassa
Quando avviene il pagamento delle pensioni
Quello che è certo è che i pensionati dovranno pazientare per conoscere le novità presenti sul cedolino di gennaio 2025, visto che le prime pensioni dell’anno, per ragioni di calendario, saranno liquidate con un giorno di ritardo.
Un lieve ritardo dovuto al fatto che l’accredito avviene il secondo giorno bancabile del mese, ma il 1 gennaio è festivo, rendendo quindi il 2 gennaio il primo giorno utile.
Il presidente dell’Inps Gabriele Fava
Nel primo assegno dell’anno, alcuni pensionati riceveranno un piccolo aumento, mentre altri potrebbero notare un importo ridotto a causa del conguaglio fiscale applicato dall’Inps.
Gli aumenti sul cedolino di gennaio 2025
Dal 2025 le pensioni subiranno un lieve incremento grazie alla rivalutazione, un meccanismo che adegua gli assegni al costo della vita, basandosi sul tasso di inflazione dell’anno precedente.
L’indice per il nuovo anno è stato fissato al +0,8%, come stabilito dal decreto del 15 novembre 2024 e pubblicato il 27 novembre. Quest’anno, l’adeguamento all’inflazione era al 5,4%, evitando la necessità di conguagli sugli importi già ricevuti.
Aumenti pensioni 2025, come funziona
Il nuovo sistema per l’incremento delle pensioni nel 2025 torna alla logica degli scaglioni. L’aumento dello 0,8% si applica fino a 2.394,44 euro, che è pari a quattro volte il minimo attuale.
Per la quota tra quattro e cinque volte il minimo, l’incremento scende allo 0,72%, mentre oltre tale soglia sarà dello 0,60%.
A titolo di esempio, una pensione lorda di 3.000 euro salirà a 3.023 euro. Le pensioni minime cresceranno da 598,61 a 603,40 euro, ma restano maggiorate a 614,77 euro grazie a un extra temporaneo.
Le possibili riduzioni sul cedolino
Il cedolino delle pensioni di gennaio 2025 potrebbe però presentare anche brutte sorprese, considerando che torneranno a pesare le addizionali regionali e comunali, sospese temporaneamente a dicembre.
Lo stesso cedolino diventa anche il momento in cui l’Inps ricalcola, a consuntivo, tutte le trattenute effettuate durante il 2023. Se emerge uno scostamento, ovvero se le trattenute non coprono quanto dovuto, l’Inps procede al recupero delle somme mancanti.
Chi rischia una pensione più bassa
Questo procedimento avviene sulle rate di pensione di gennaio e febbraio 2025, e nei casi più critici può comportare l’azzeramento della pensione mensile, qualora le imposte superino o eguaglino l’importo del rateo.
A rischiare sono i pensionati che, nel corso del 2024, hanno ricevuto somme superiori rispetto a quelle previste dall’Inps, portando a un calcolo errato delle imposte da trattenere.
Ad ogni modo, per i soggetti con reddito annuo da pensione inferiore a 18mila euro e con un conguaglio Irpef superiore a 100 euro, l’Inps consente una rateizzazione del debito.