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Omicidio Santo Romano, l'amico che l'ha portato in ospedale non si dà pace: "Era vivo, in auto respirava"

Parla un amico di Santo Romano, vittima di omicidio a San Sebastiano al Vesuvio: "In macchina era ancora vivo", il racconto straziante

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Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

Santo Romano aveva tanta voglia di vivere: così viene ricordato il 19enne, vittima dell’omicidio di San Sebastiano al Vesuvio (Napoli), che ha lottato fino all’ultimo nell’auto dell’amico che lo ha trasportato all’ospedale nel disperato tentativo di salvarlo. La versione dei fatti è ancora discordante, tranne sul responsabile e sul tragico epilogo della vicenda.

L’amico della vittima: "In auto respirava"

La mattina di lunedì 4 novembre le telecamere di Mattino Cinque hanno raggiunto piazza Raffaele Capasso, a San Sebastiano al Vesuvio, dove nella notte tra il 1° e il 2 novembre si è consumato il fatto di sangue.

L’inviato ha intervistato Gaetano Coppola, l’amico che ha assistito agli ultimi istanti di vita di Santo Romano e ha tentato di salvargli la vita portandolo all’ospedale.

"È una scena che avrò davanti per tutta la vita", racconta Gaetano con gli occhi provati dal dolore. Quella sera Coppola ha visto Romano accasciarsi dinanzi a sé. Mentre tutti gridavano di terrore con le mani tra i capelli, Gaetano lo ha caricato sulla sua macchina.

"In macchina respirava", racconta Gaetano, che però proprio dentro la sua auto ha sentito il respiro dell’amico che scemava, che si spegneva. Secondo il ragazzo, Santo Romano sarebbe morto pochi minuti dopo all’ospedale, fulminato dai colpi di pistola di un 17enne.

L’omicidio di Santo Romano

Come riporta Today, le versioni sul delitto sono ancora contrastanti. Una di queste arriva dalla fidanzata di Santo Romano, una giovane di 17 anni, che agli inquirenti ha raccontato che in realtà il 19enne "voleva difendere un amico". Come è noto, l’aggressione è scattata per una scarpa calpestata: il 17enne avrebbe infatti aperto il fuoco per questo motivo.

La ragazzina ha riferito che Santo Romano stava semplicemente sedando una lite, ma avrebbe avuto la peggio. Secondo quanto riferito al deputato Francesco Emilio Borrelli, invece, l’aggressore sarebbe arrivato a bordo di una Minicar e, una volta sceso dall’auto, Romano gli avrebbe per sbaglio pestato un piede. Scoppiato l’alterco, il 19enne avrebbe chiamato in aiuto alcuni amici, e in quel momento il 17enne avrebbe estratto la pistola e iniziato a sparare.

Santo Romano è stato raggiunto da un proiettile all’addome, un suo amico è stato colpito ad un braccio. Resta da capire se l’aggressore abbia iniziato a sparare subito dopo la lite o se si sia allontanato per raccogliere l’arma dall’auto e aprire il fuoco.

Chi è il 17enne reo confesso

Una volta fermato dai carabinieri, il 17enne ha negato ogni attribuzione. Infine ha confessato. Si tratta di un giovane napoletano, già noto alle forze dell’ordine per una precedente reclusione per resistenza a pubblico ufficiale e detenzione di sostanze stupefacenti a scopo di spaccio.

Ora dovrà rispondere di omicidiospari in luogo pubblicodetenzione di armi e di droga.

Fonte foto: Instagram - Santo Romano / ANSA

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