Mostro di Firenze, colpo di scena: chiesta riapertura dell'indagine. Quali sono gli elementi "chiave"
Un collegio di avvocati ha depositato un’istanza alla Corte d’Assise di Firenze per la riapertura delle indagini sull'attività del Mostro di Firenze
La storia del “Mostro di Firenze” e dei suoi crimini efferati ha sconvolto l’Italia. Adesso, le sue vicende si arricchiscono di un nuovo colpo di scena: come riporta il ‘Corriere della Sera’, un collegio di avvocati ha depositato un’istanza alla Corte d’Assise di Firenze per la riapertura dei casi del “Mostro di Firenze” (14 le vittime accertate nell’arco di 11 anni).
Chi ha richiesto la riapertura dell’indagine sul “Mostro di Firenze”
A richiedere la riapertura dell’indagine è stato un collegio di avvocati, composto da Vieri Adriani, Valter Biscotti e Antonio Mazzeo. I legali difendono la sorella di Carmela De Nuccio (uccisa a Scandicci tra il 6 e il 7 giugno del 1981), quella di Jean Michel Kraveichvili (assassinato a Scopeti di San Casciano l’8 settembre del 1985) e le figlie di Nadine Mauriot (morta assieme a Michel).
Nadine Mauriot era un commerciante francese, alla prima vacanza insieme con Jean Michel Kraveichvili, anche lui francese, di professione musicista jazz. Carmela De Nuccio era una pellettiera originaria del Salento, uccisa assieme al fidanzato Giovanni Foggi.
Nella richiesta degli avvocati c’è l’obiettivo di accedere alla totalità degli atti. Per tre duplici delitti ricondotti alle attività del “Mostro di Firenze“, ancora oggi mancano sentenze definitive sul responsabile (o i responsabili).
Mostro di Firenze, si riaprono le indagini? Il dossier
Il ‘Corriere della Sera’ riporta anche che, in un’informativa dei Carabinieri datata ottobre 1984 si ipotizzava che una pistola Beretta calibro 22, rubata anni prima in un’armeria e mai più ritrovata, potesse essere collegata ai delitti del “Mostro di Firenze”.
L’arma in questione avrebbe portato a un uomo già denunciato per reati contro la libertà sessuale e, nel corso di una perquisizione nella sua abitazione, sarebbero stati scoperti 10 bossoli e 2 cartucce sempre calibro 22. Nell’elenco di persone esplorate per cercare il “Mostro di Firenze”, che includeva anche il nome di Pietro Pacciani, quell’uomo però non sarebbe mai stato considerato tra i possibili sospettati.
Pietro Pacciani, contadino, deceduto nel 1988 alla vigilia di uno dei diversi processi a suo carico.
Mostro di Firenze, si riaprono le indagini? Il dna sulla lettera
Come riferisce il ‘Corriere della Sera’, sarebbe poi stata “dimenticata” una traccia di Dna isolata da una delle tre buste inviate dal “Mostro di Firenze” ad altrettanti magistrati che si occupavano delle inchieste, contenenti lettere di minacce e bossoli Winchester (anch’essi di calibro 2022).