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Militante di CasaPound ucciso a Genova da un no vax che scappa in chiesa e confessa: "Chiamate la polizia"

Un militante di CasaPound è stato ucciso a Genova a colpi di pistola. Il suo assassino, un no vax, ha confessato il delitto

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Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

Si è fatto largo tra i turisti, poi si è rifugiato in una chiesa e ha confessato il delitto al sacrestano. È successo a Genova, dove un no vax ha ucciso a colpi di pistola un militante di CasaPound in via Polleri, nel quartiere centrale del Carmine del capoluogo ligure. Secondo le prime indiscrezioni, l’omicidio si sarebbe consumato al culmine di una lite per motivi legati al traffico di droga.

Genova, no vax uccide un militante di CasaPound a colpi di pistola

Come ricostruisce ‘Corriere della sera’, tutto si è svolto intorno alle 18 di martedì 25 aprile.

Filippo Giribaldi, 43 anni, si è rifugiato presso la basilica della Santissima Annunziata dove si trovava Jean Pascal Colì, il sacrestano, insieme ad un’altra persona.

Un militante di CasaPound è stato ucciso a Genova da un no vax a colpi di pistola

Il 43enne in un evidente stato di agitazione ha confessato: “Chiama la polizia, ho ucciso un uomo, ho ucciso un uomo”.

Il sacrestano ha riferito ai media: “Era sconvolto e aveva indosso ancora dei guanti da lavoro”. Jean Pascal Colì ha dunque chiamato le forze dell’ordine, che sono subito intervenute e lo hanno arrestato.

La vittima era Manuel Di Palo, 38 anni, militante di CasaPound. Immediato l’intervento dei sanitari del 118, che si sono precipitati in via Polleri dove hanno rinvenuto il cadavere del Di Palo.

L’omicidio al culmine di una lite e le indagini

Secondo una prima ricostruzione, l’omicidio sarebbe avvenuto al culmine di una lite.

Il litigio sarebbe iniziato nei pressi della Salita San Bartolomeo del Carmine per motivi economici legati alla droga.  Testimoni riferiscono, infatti, che i due parlavano di denaro fino ai primi colpi esplosi dal Giribaldi non andati a segno.

Il Di Palo avrebbe tentato una fuga fino alla via Polleri, dove il Giribaldi avrebbe esploso almeno due colpi mortali con la sua calibro 22, che hanno ucciso il militante di CasaPound.

Gli inquirenti, infatti, hanno rinvenuto l’arma del delitto nascosta sotto un’auto in piazza Bandiera, e in questo momento la pistola è a disposizione della scientifica.

La zona di via Polleri è ora chiusa al traffico e sul posto è arrivato il magistrato di turno, la dottoressa Eugenia Menichetti.

Chi sono le persone coinvolte

Come ricostruisce ‘Ansa’, Manuel Di Palo era un militante di CasaPound già noto alla giustizia.

Nel 2020, infatti, era stato condannato insieme ad altre due persone a 8 mesi con la condizionale per aver accoltellato nel 2018 un antifascista sorpreso mentre affiggeva manifesti a poca distanza dalla sede genovese di CasaPound.

Filippo Giribaldi è invece un portuale della Compagnia Unica Lavoratori Merci Varie di Genova (Culmv) nonché portavoce di Libera Piazza, un’associazione che raccoglie i no green pass e i no vax.

Giribaldi è sempre stato attivo sui social, e nella sua bacheca ha spesso condiviso post contro il governo Draghi, i vaccini e il green pass.

Nessuna dichiarazione dai militanti di CasaPound, invece, dal momento che la pagina Facebook è stata rimossa per intervento della stessa Meta.

Fonte foto: Facebook Filippo Giribaldi / iSTOCK

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