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Massima allerta a Taiwan per una portaerei della Cina rilevata nel Sud dell'isola: "Pronti a rispondere"

Taiwan è in stato di "massima allerta" dopo il rilevamento di una portaerei della Cina nel Sud dell'isola

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Alberto Cantoni

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Scrive di cronaca e attualità, ma le passioni più grandi sono la tecnologia e l’innovazione. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo muove i primi passi nelle redazioni di alcune testate nazionali tra Milano e Roma. Attualmente collabora con diverse realtà editoriali.

Taiwan ha invocato lo stato di “massima allerta” dopo il rilevamento di una portaerei della Cina nel Sud dell’isola. “La portaerei cinese Liaoning è entrata nelle acque vicino al Canale di Bashi e si sta probabilmente dirigendo verso il Pacifico occidentale”, ha fatto sapere il ministero della Difesa di Taipei dopo aver comunicato di aver individuato 11 aerei e 8 navi da guerra di Pechino. La tensione tra i due Paesi resta alta.

Rilevata la portaerei cinese Liaoning nel Sud di Taiwan

Il ministero di Taiwan ha tenuto a precisare che il suo esercito è “in massima allerta” e “pronto a rispondere se necessario“, come riporta il Corriere della Sera.

Mentre il Paese stava effettuando le rivelazioni della flotta cinese, il Dragone ha pubblicato un video dell’esercitazione militare su WeChat (il servizio di messaggistica più diffuso in Cina), dichiarandosi “pronto per la battaglia“.

La portaerei cinese Liaoning

Il canale di Bashi, dove è stata individuata la portaerei, è uno stretto strategico che collega il Mar Cinese Meridionale al Pacifico, separando Taiwan dalle Filippine. Si tratta di una zona contesa.

Le tensioni tra Cina e Taiwan

La Cina considera da sempre Taiwan un proprio territorio e definisce il suo presidente Lai Ching-te un “separatista“.

In occasione dell’ultima Giornata Nazionale, Lai ha tenuto un discorso in cui ha sostenuto che Pechino non ha il diritto di rappresentare Taiwan. Tuttavia, ha spiegato il capo di Stato, l’isola è disposta a collaborare per far fronte a sfide quali il cambiamento climatico.

Le dichiarazioni hanno provocato l’ira di Pechino, con l’incursione attuale che sembra rappresentare una risposta a queste parole.

L’esercitazione militare di maggio

Lo scorso maggio al Cina aveva tenuto un’altra esercitazione militare intorno a Taiwan, in quella che è stata definita una “operazione punitiva” contro le forze separatiste che vogliono l’indipendenza dell’isola.

Le esercitazioni, che hanno mobilitato navi e mezzi aerei, avevano come obiettivo quello di misurare le capacità dei vari reparti dell’esercito e sono state definite come “un serio avvertimento contro le interferenze e le provocazioni di forze esterne“.

“Questo pretesto delle esercitazioni militari non solo non contribuisce alla pace e alla stabilità nello stretto di Taiwan, ma mostra anche la natura egemonica del governo centrale cinese”, aveva dichiarato il ministero della Difesa dell’isola, che in risposta ha mobilitato a sua volta alcune unità dell’esercito.

Fonte foto: GettyImages

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