NOTIZIE
CRONACA

Marcia su Roma, manifesti abusivi nella Capitale per ricordare il centenario: cosa rappresenta per il fascismo

A cento anni dalla Marcia su Roma, nella Capitale appaiono manifesti abusivi per celebrare la ricorrenza: cosa rappresenta per il fascismo

Pubblicato:

Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Cento anni dalla Marcia su Roma. Di fatto l’evento fondativo del fascismo, datato 28 ottobre 1922: l’inizio di quattro giorni di insurrezioni culminate con l’arrivo delle camicie nere nella Capitale e l’entrata in carica del governo Mussolini, poi rimasto al potere fino al 25 luglio 1943. Esattamente un secolo dopo, nella notte e sempre a Roma, sono apparsi manifesti abusivi per celebrare l’anniversario, prontamente rimossi dal Comune.

Manifesti abusivi

Per le strade di Roma, nella notte tra il 26 e il 27 ottobre, sono apparsi alcuni manifesti che celebravano la ricorrenza della Marcia su Roma, rimossi grazie all’intervento del Comune.

Manifesti celebrativi erano apparsi nei giorni scorsi anche a Paternò, in provincia di Catania, paese natale del presidente del Senato, Ignazio La Russa.

Occhi su Predappio

I riflettori sono però tutti su Predappio, il paese natale di Benito Mussolini, dove si trovano anche le sue spoglie.

Al cimitero è previsto l’intervento di Orsola Mussolini, pronipote del duce.

Si attendono tanti partecipanti, gli alberghi della zona sono pieni anche se la gran parte dei partecipanti arriverà con pullman organizzati in partenza da varie parti d’Italia.

Cos’è la Marcia su Roma

Nell’ottobre 1922, l’allora governo Facta è ostaggio dei disordini, incapace di ottenere dai fascisti un patto di pacificazione.

In quel contesto, Benito Mussolini decide di provare a prendere il potere con la forza, facendo scattare, nella notte tra il 27 e il 28 ottobre, assalti in varie città italiane per occuparne prefetture, stazioni e altri centri del potere.

Nel frattempo, le camicie nere si erano già messe in marcia verso Roma, guidate dal ras di Ferrara Italo Balbo, dall’ex generale Cesare De Bono, dal nazionalista piemontese Michele De Vecchi e da Michele Bianchi, segretario del partito e ufficiale di collegamento con Benito Mussolini, rimasto a Milano in attesa degli eventi.

Il dimissionario governo Facta, così, propone lo stato d’assedio per ottenere pieni poteri al fine di soffocare la rivolta e affrontare, con l’Esercito, l’arrivo delle camicie nere a Roma.

Stato d’assedio che, però, re Vittorio Emanuele III decide di non controfirmare, dando il via libera alla vittoria politica fascista.

Mussolini prende quindi un treno da Milano la sera del 29 ottobre, per essere al Quirinale il giorno dopo e ottenere l’incarico.

Giura il 31 ottobre e strappa il consenso del re per far sfilare le camicie nere che da giorni erano accampate nelle campagne romane.

Alcune frange entrarono nei quartieri popolari commettendo atti di violenza (7 morti).

Due settimane dopo, il governo ottiene una larghissima maggioranza alla Camera, nonostante i fascisti in parlamento fossero solo 35.

La data del 28 ottobre resta giorno festivo fino alla caduta del regime.

Fonte foto: ANSA

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963