Manuel Mastrapasqua ucciso da Daniele Rezza a Rozzano, il killer resta in carcere: i dubbi sul padre
Dopo l’interrogatorio confermata la permanenza in carcere per Daniele Rezza, il 19enne accusato dell’omicidio di Manuel Mastrapasqua
Il Giudice per le Indagini Preliminari Domenico Santoro ha convalidato il fermo: Daniele Rezza resterà in carcere. La conclusione arriva a seguito del lungo interrogatorio del 19enne, che ha confessato il delitto di Manuel Mastrapasqua. L’uomo lo avrebbe accoltellato a morte in seguito a un tentativo di rapina. Si indaga adesso su una presunta complicità del padre di Rezza.
- Daniele Rezza in carcere, l’avvocato si ritira
- La confessione sull’omicidio di Manuel Mastrapasqua
- La posizione del padre
Daniele Rezza in carcere, l’avvocato si ritira
Nella giornata di lunedì 14 ottobre il Gip ha convalidato e disposto per Daniele Rezza il carcere per omicidio aggravato e rapina.
Lo ha reso noto Maurizio Ferrari, avvocato ex difensore del 19enne accusato di omicidio, che ha rinunciato al mandato “per motivi personali” e “una scelta personalissima”.
I carabinieri del Nucleo investigativo stanno indagando su cosa sia accaduto nella giornata seguita al delitto, quando Rezza, accompagnato dal padre, si è recato nello studio del legale “per parlare di un altro processo”.
Il sospetto è che, oltre a discutere dell’udienza di Rezza relativa a una precedente rapina eseguita a Milano due anni fa, il ragazzo abbia parlato anche del più recente delitto, per poi tentare la fuga.
Ipotesi negata da Rezza: “Io volevo già andare a costituirmi la sera stessa. Volevo salutare i miei amici e far rassegnare i miei genitori che andavo”.
La confessione sull’omicidio di Manuel Mastrapasqua
Nel corso dell’interrogatorio con gli inquirenti svoltosi nel carcere di San Vittore, a Milano, Daniele Rezza ha raccontato le dinamiche che hanno portato alla morte di Manuel Mastrapasqua.
“Appena l’ho visto in lontananza mi è partita la decisione di prendergli tutto” sono le parole dell’indagato, così come riportate dal Corriere.
Una rapina, sfociata in qualcosa di molto peggio dopo il tentativo di reagire di Mastrapasqua: “Non ero molto lucido. Poi arriva l’adrenalina, mi difendo e ho preso il coltello conficcandoglielo sul petto ma l’ho tolto subito e non ho visto il sangue”.
Le conseguenze di quel fendente, Daniele Rezza le ha scoperte il mattino dopo: “Ho aperto TikTok e ho visto la notizia di un ragazzo morto a Rozzano e ho pensato che ero stato io”.
L’aggressione, così come raccontata dall’indagato, denota per il giudice “un quadro dimostrativo, allo stato, della insussistente capacità di autocontrollo”.
La posizione del padre
Resta incerta la posizione del padre di Daniele Rezza, che potrebbe aver cercato di coprire il delitto del figlio e aiutarlo nel suo tentativo di fuga al di fuori dei confini nazionali.
Il 19enne ha rivelato di aver subito confessato il crimine ai genitori che, però, potrebbero aver pensato si trattasse di uno scherzo: “Mio padre non ci credeva che avessi ucciso una persona, non riusciva ad accettarlo”.
L’uomo avrebbe tuttavia gettato le cuffiette che erano appartenute a Mastrapasqua e accompagnato il figlio alla stazione ferroviaria di Pieve Emanuele.
Alle accuse rivolte loro per non aver portato subito il figlio di fronte alle forze dell’ordine, i genitori di Rezza hanno risposto: “Non sapevamo niente” e “pensavo che scherzasse”.
Finiti nel mirino di aggressori e minacce sui social, per i genitori è stata attivata la vigilanza generica radiocontrollata, il primo livello di tutela per evitare possibili aggressioni.