"Inopportuni": Crisanti attacca 10 virologi (tra cui Zangrillo)
Il volto della gestione della pandemia in Veneto torna sul manifesto firmato dagli esperti secondo cui il virus sarebbe meno contagioso
Il manifesto firmato da 10 esperti, secondo cui il coronavirus avrebbe una carica virale più debole e meno contagiosa, non è affatto piaciuto ad Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia e virologia all’Università di Padova. Lo ha ribadito con parole dure ai suoi colleghi, attraverso le colonne del Corriere della Sera.
“Iniziativa inopportuna – ha esordito Crisanti -, invia alle persone un messaggio incoerente e incoraggia comportamenti non in linea con la strategia prudenziale adottata dal governo anche nella fase 2 dell’emergenza“.
Secondo il virologo dell’Università di Padova, infatti, “se è vero che la carica virale è diminuita” perché in ospedale si vedono sempre meno casi, comunque “bisogna stare attenti a come si esprimono questi concetti. Ci vuole umiltà, non conosciamo ancora bene il virus”.
Cristanti: “Rischiamo di reimportare il virus”
Crisanti ha sottolineato la dimensione internazionale del problema: “Solo martedì nel mondo si sono diagnosticati 150 mila infetti: il pericolo è ancora reale. Ed è questo che la gente deve sapere”.
“Possiamo reimportare il coronavirus, come è successo in Corea, a Singapore, nella stessa Cina e in Germania – ha proseguito -. Il Covid-19 ha una capacità di diffusione spaventosa, ecco di cosa dobbiamo parlare”.
Il ‘rischio’ del documento secondo Crisanti
Nel documento firmato da 10 esperti, tra cui Alberto Zangrillo e Matteo Bassetti, c’è scritto che “la comunità scientifica internazionale si sta interrogando sulla reale capacità di soggetti paucisintomatici e asintomatici di trasmettere l’infezione“. Ed è proprio su questo concetto che si è scagliato Crisanti.
“Quando mi vengono a dire che gli asintomatici non trasmettono l’infezione – ha sottolineato – mi cadono le braccia. Visto che i sintomatici sono sempre meno, qualcuno mi può spiegare da dove originano tutti questi nuovi contagi? Cadono dal cielo? E in ogni caso non si possono paragonare gli asintomatici riscontrati durante il picco a quelli di oggi, che potrebbero essere tali o per una bassa carica virale o perché nel frattempo hanno sviluppato gli anticorpi”.
Crisanti ha riferito poi i dettagli dello studio che sta personalmente conducento a Vo‘ Euganeo, primo focolaio del Veneto. “L’80% dei 3.300 abitanti ha sviluppato gli anticorpi al Covid-19. Ma 63 sono risultati negativi a tutte e tre le tornate di tamponi effettuate, quindi si sono infettati prima del 21 febbraio, giorno in cui sono stati diagnosticati i due casi iniziali. Se il virus circolava già da fine gennaio ma nessuno ne accusava i sintomi, chi ce lo ha portato?“.
“Virus veicolato dai giovani”
Crisanti ha chiuso l’intervista parlando del ruolo dei giovani nella diffusione del contagio: “L’infezione si diffonde soprattutto nella fascia 20-55 anni, la più attiva socialmente e professionalmente e spesso asintomatica. Gli asintomatici hanno una carica virale uguale ai sintomatici, ma reagiscono diversamente”.
Un passaggio che nel documento firmato da Zangrillo e da altri 9 virologi però non è presente: “Ognuno fa ciò che si sente – ha concluso Crisanti -. Sul contenuto non entro, è come dire che il cielo è azzurro, è l’uso che se ne fa a creare problemi. Ripeto, è inopportuno”.