Covid, nuove linee guida Oms per i tamponi: non si ripetono più
L'Organizzazione Mondiale della Sanità cambia le modalità e i tempi di isolamento: non sarà più necessario il doppio tampone negativo
L’Organizzazione Mondiale della Sanità cambia le linee guida per la gestione della quarantena per i positivi e non raccomanda più il doppio tampone negativo per certificare l’avvenuta guarigione dal coronavirus. Per liberare i pazienti dall’isolamento, riporta il Corriere della Sera, l’Oms indica ora il rilevamento di 3 giorni senza sintomi.
Per i pazienti sintomatici, si legge nelle linee guida, basterebbero 10 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi, più almeno 3 giorni senza alcuna manifestazione del contagio da Covid-19, come febbre o sintomi respiratori. Per i pazienti già asintomatici basterebbero invece 10 giorni dopo il primo tampone positivo.
La modifica alle raccomandazioni, spiega il Corriere della Sera riportando le motivazioni dell’Oms, è stata fatta in seguito agli studi che mostrano che il virus attivo, in grado di replicarsi e infettare gli altri, non risulta presente nei campioni respiratori del paziente dopo 9 giorni dall’insorgenza dei primi sintomi.
Questo avviene in particolare nei casi di infezione lieve, contestualmente alla formazione di anticorpi neutralizzanti del coronavirus.
In base alle evidenze scientifiche sarebbe dunque sicuro liberare il paziente dall’isolamento sulla base di criteri clinici, e dunque i sintomi evidenti, piuttosto che sulla ripetizione del tampone.
Questo potrebbe infatti rilevare tracce non vitali di Rna, assolutamente non pericolose e non in grado di replicarsi, per molte settimane successive all’infezione. Inoltre gli studi sulla psicologia dell’individuo mostrano che la prolungata quarantena incide sul benessere mentale.
Il Corriere della Sera sottolinea che adottare la nuova strategia prescritta dall’Oms, oltre a far ridurre i tempi di isolamento per molte persone che non arrecano rischi per se stessi e gli altri, farebbe aumentare le risorse per i nuovi tamponi destinati ai soli sintomatici. Con un grosso guadagno economico.
“Il tema dell’isolamento di persone che magari si sono ammalate 1 o 2 mesi fa e non si sono ancora negativizzate è molto importante”, ha spiegato l’epidemiologo Luigi Lopalco, che ha proposto la sua ricetta per la Fase 3. “Sono moltissime le persone prigioniere in casa per settimane che non manifestano sintomi”.
Inoltre, ha concluso davanti ai microfoni del Corriere della Sera, “capitano anche casi di tamponi positivi dopo due tamponi negativi. Questi esami li stiamo inviando a laboratori specializzati per capire se si tratta di un residuo di Rna non vitale o se il virus cresce in coltura, e quindi potrebbe essere ancora contagioso. I Cdc americani hanno recepito le nuove linee guida dell’Oms, vediamo che cosa deciderà l’Italia“.